Amon Tobin, giovane brasileiro importato a Brighton, UK e attualmente residente a Montreal, Canada, nelle interviste dice che in realtà non si sente molto influenzato dai viaggi. Invece tutto il resto del mondo è convinto che lo sia, ed in effetti questo lavoro - il suo secondo album per Ninja Tune - datato 1998, ha confermato di molto questa impressione generale. Come se non più del primo album "Bricolage" (un nome un programma), "Permutation", questo il titolo, fa onore alla straordinaria sensibilità di produttore e turntablist del giovane Tobin che in questo album si mette a giocherellare davvero con tutto. Dai sample di Eraserhead di Lynchiana memoria, che danno il titolo all'opener "Like Regular Chickens", ai copincolla dai sapori swing-jazz, dai beat fortemente drum'n'bass a quelli più minimali, quasi jungle e/o lounge, la palette sonora entro cui opera Amon Tobin sembra crescere in ampiezza e profondità di ascolto in ascolto.

Mentre "Bricolage" viveva di atmosfere sì 'cinematografiche' ma spesso leggere e cool, "Permutation" vede il complesso sound tobinesco approcciarsi a lidi via via più oscuri e 'fumosi', flirtando con le atmosfere di un "Dummy" o un "Mezzanine", per fare due esempi qualunque, ma mantenendo quello strano e a modo suo inconfondibile marchio di fabbrica fatto di un sampling "saporito" e bilanciato, che gioca gustosamente con i più disparati suoni che lo stesso Tobin dice di andarsi a cercare in dischi 'di merda che nessuno ascolterebbe'. Tuttavia questa capacità di creare pastiche (dio mio che bella parola) sonori, abilità non poi così rara (si vedano ad esempio i lavori del turntablist Kid Koala, "Blood Inside" degli Ulver o anche i "Naked City" di Zorn) raggiunge in Tobin una dimensione nuova, in quanto "Permutation" non è solo un incastro, per quanto coerente o incoerente possa essere, di suoni disparati, ma è un insieme che è gestalticamente più della somma delle parti, è insomma qualcosa che trova una sua identità in mezzo alle mille deturpate identità di questi strani suoni tagliuzzati (con una certa ed evidente soddisfazione personale), è musica che trasmette, che comunica di per sé, senza dire soltanto, magari con ironia, "sonounammassodisamples" (si veda, visto che sono stati citati prima, un brano come il fantastico "Speedfreaks" dei Naked City - che proprio nell'ironia trova la sua forza). Non che l'ironia e il divertimento non manchino in "Permutation": non è un disco ultraserio di avanguardia elettronica sperimentale neoclassica dark-quasi-minimalista post-murodiberlino, ma non è nemmeno un disco ultraleggero di pop scanzonato revisionista revivalista semi-old-new-wave pre-primitivista.

La risposta ancora una volta sta nel mezzo, sta nella musica che è raccolta in "Permutation" e che per sua natura trova poche ed impacciate parole per essere descritta pienamente se non: ascoltate e (spero) non ve ne pentirete.

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