Benedetto fu il giorno in cui conobbi questa grandissima band finnica, capace di fondere death metal, atmosfere suggestive e melodia in un mix devastante reso ancora più pregiato dalla tipica malinconia nordica. Elegy è un disco dove tutto è perfetto, non viene mai voglia di saltare una canzone e dopo un po' di tempo si viene completamente rapiti. Un esempio di questo connubio è l'opener Better Unborn, che si apre con una lunga parte strumentale vagamente orientaleggiante che crea una tensione emotiva che sfocia nella splendida e intensa prestazione di Pasi Koskinen, che da a questa canzone un meraviglioso tocco di disperazione. In Against Widows predominano invece i rauchi gowl di Tomi Kooivusari, che uniti a un riff di chitarra davvero coinvolgente creano una atmosfera cupa e maligna ma allo stesso tempo da puro headbanging. The Orphan è un suggestivo pezzo quesi strumentale (le poche linee vocali però sono interpretate alla perfezione da Koskinen) che crea uno stato di fredda estasi, da cui si viene bruscamente risvegliati da On Rich And Poor: che da sola varrebbe l'acquisto dall'album: un riff così epico ed esaltante non l'anno fatto nemmeno i Manowar, e da alla canzone una forza davvero impressionante, in una parola è UNA CANNONATA. Stupenda anche la più riflessiva ma ugualmente epica My Kantele, seguita a ruota da un altro piece de resistance come Cares: l'intro è quasi un omaggio a Flash Of The Blade degli Iron Maiden (stupenda canzone pure questa) e il ritornello è interpretato in modo molto passionale da un grande Tomi Koivusaari. Song Of The Troubled One è forse la meno originale, anche se l'intro tastieristico di Kim Rantala è davvero molto bello. Ciliegina sulla torta è quel capolavoro di folk-death metal che si chiama Weeper On This Shore, continuo e suggestivo intreccio di tastiere, chitarre acustiche, growl e clean vocals, che prelude ai sette splendidi minuti di Elegy, nobilitata da una bellissima linea di piano che si ripete per tutto il pezzo conferendogli un fascino fuori dal comune. Chiudono l'album lo strumentale Relief (forse l' unico punto debole) e una versione acustica di My Kantele, che però perde qualcosa rispetto all'originale per via della mancanza dell'intreccio di voci Koskinen-Koivusaari.

In conclusione un album davvero stupendo, da avere a tutti i costi.

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