Un breve feedback di chitarra ci introduce a (We're) Stranded e ci invita a prendere un bel po' di fiato, perchè questo dischetto (il vezzeggiativo non implica alcun genere di denigrazione verso l'album in questione, ma si riferisce più che altro alla durata) va ascoltato in apnea. O in altri termini va fruito tutto d'un fiato.

Quando mi appresto a fare affermazioni assolute come "il disco più intenso dell'anno" subito dopo ci ripenso e mi dico che forse non ho ascoltato abbastanza musica estrema nel 2011, che da qualche parte ci sarà sicuramente roba ancora più intensa, caotica e sanguigna di questo "Like Shadows". E se consideriamo l'impatto emotivo, per esempio, un disco come "Wildlife" dei "La Dispute" si attesta su un livello superiore (secondo la mio modesta opinione) rispetto a questo "Like Shadows". Ma in realtà i due album non dovrebbero essere neanche paragonati perchè "Wildlife", a differenza di "Like Shadows", propone all'ascoltatore un post-hardcore che, seppur diretto e incalzante, risulta piuttosto ingentilito e levigato.

Poi riprendo il CD degli Ampere, lo inserisco nel lettore e... cazzo sì, ne ho la conferma: è decisamente il disco più intenso dell'anno. Non ho più dubbi al riguardo. 

Certo, all'inizio l'ascoltatore (che non rientri tra gli aficionados della band) potrebbe sentirsi sonoramente preso per il culo e la sensazione sarebbe del tutto lecita: questi Ampere, attivi dal 2002, con solo EP e split vari alle spalle, pubblicano il loro primo album e... dura soltanto 13 minuti?

Ma posso assicurarvi che questa spiacevole sensazione è subito spazzata via dall'asfissiante muro sonoro che la band si premura di costruire dopo quei pochi secondi di feedback presenti in "(We're) Stranded".

Cosa suonano gli Ampere? Old-school screamo che trapana gioiosamente le orecchie, modella i nervi e poi li attraversa come un treno ad alta velocità. Incredibile come questi ragazzi riescano a condensare un tale turbinio di emozioni in una durata vergognosamente irrisoria. Potreste passare dall'headbanging selvaggio e convulso alle lacrime in men che non si dica o... semplicemente uscirne fuori con una terribile emicrania. In ogni caso loro avrebbero fatto centro.

L'unico difetto di questo disco (difetto che si potrebbe imputare un po' a tutto il genere) è che ad un primo, distratto ascolto si potrebbe avere l'impressione di ascoltare più o meno la stessa canzone per tutti e tredici i minuti di durata. Solo coloro che avranno voglia di immergersi nuovamente in questo marasma emotivo potranno cogliere le numerose sfumature del songwriting e le capacità tecniche dei singoli componenti. Una cosa è certa: "Like Shadows" è un album imbevuto di sudore, rabbia e passione e forse richiede altrettanto per essere apprezzato.

Pochissimi ma notevoli i momenti più distesi nei quali l'ascoltatore può assimilare le precedenti sferzate e prepararsi ad una ripartenza al fulmicotone. Spiccano di più (chiaramente) le canzoni superiori ai 40 secondi e, su tutte, la traccia finale "Tiny Victories" che costituisce una summa dell'album e del sound della band. Una nota di merito va anche allo screamer che coinvolge e non annoia mai.

Si astengano i deboli di cuore e tutti coloro i quali non sopportano la musica estrema e violenta. L'ascolto è invece d'obbligo per tutti i fan del genere e della band, sebbene molti dicano in giro che gli Ampere sono lontani anni luce dai fasti degli Orchid (autori di "Chaos Is Me", pietra miliare dello screamo).

Io, da profano, tuttavia, lo ritengo di poco inferiore al leggendario "Chaos Is Me" e assolutamente meritevole di almeno un ascolto.

In my skin. 

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