A certi bastardi non gli puoi mettere la museruola.
Prendi Amyl e gli Sniffers, ora e sempre la cosa migliore capitata al punk rock del nuovo secolo.
Un ep con quattro canzoni nel febbraio 2016 ed un secondo con altrettanti pezzi giusto un anno dopo – «Giddy Up» e «Big Attraction» – entrambi autoprodotti e regalati a chunque ha orecchie per intendere.
Il 2018 sarebbe dovuto essere l'anno dell'esordio sulla lunga distanza, preannunciato dall'incontro con una casa discografica e dalla pubblicazione di un vinile che riunisce i due ep.
Poi le cose non vanno come avrebbero dovuto perché quei capoccioni impongono ad Amyl e compagnia di limare un po' gli spigoli, loro rispondono come è naturale che risponda chi si mette davanti a un microfono e imbraccia uno strumento solo ed esclusivamente per spassarsela e scroccare qualche festicciola, per cui cara compagnia discografica a mai più rivederci e scordati i ringraziamenti.
Perché a certi bastardi non gli puoi mettere la museruola e neppure legarli al guinzaglio: tradotto, «Some Mutts (Can't Be Muzzled)».
Che è il titolo del nuovo singolo di Amyl e gli Sniffers e sembra tanto, nella sostanza ideale più che nella forma musicale, quella «Complete Control» che i Clash 30 anni fa misero in giro per cercare lo scontro colla CBS.
Solo due brani, come il più classico dei singoletti.
«Some Mutts» sul lato A segna un'altra svolta nel suono di Amyl and the Sniffers, perché se il passo d'esordio è punk nella più classica tradizione '77 ed il seguente «Big Attraction» flirta in modo evidente col proto-punk – in tal senso, «Balaclava Lover Boogie» è un moderno classico del genere – allora, «Some Mutts» ha un formidabile tiro rock'n'roll e il mio primo pensiero è che, se ci fosse stato in organico pure un giovane virgulto innamorato di Jerry Lee Lewis, sarebbe venuto su Satanasso in persona per sputare in faccia a questi tamarri, Amyl compresa.
Sul lato B «Cup of Destiny», uscita qualche mese fa e accompagnata da un video che mette in chiaro l'attitudine decisamente fanca##ista e dilettantesca di Amyl e compagni, ribadisce tutta la vigorosa passione dei quattro, anche se con meno rock'n'roll e più punk, ma chi ha qualcoa da ridire, di sicuro ha capito poco o niente della materia con cui ha a che fare.
“Solo” 4 minuti e 51 secondi, ma per me disco dell'anno, come ogni cosa fatta da Amyl and the Sniffers da due anni a questa parte.
In attesa dell'album, ma consapevole che, anche se non ci fosse mai un album, questi quattro ragazzi di Melbourne hanno già fatto grandi cose, poche ma grandi.
E che a certi bastardi non gli puoi mettere la museruola.
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