Una bellissima sorpresa, il concerto degli Anatrofobia presentatosi in un’Interzona deserta.

Nascono circa 10 anni fa come terzetto composto da Alessandro e Luca Cartolari (sax e basso) e Andrea Biondello alla batteria. Nel Loro ultimo lavoro Tesa Musica Marginale, troviamo anche il chitarrista noise Roberto Sassi (degli incredibili Cardosanto) e Alessio Pisani.
Non manca nessuno dei cinque personaggi, stasera che con gran precisione e professionalità ci sbattono in faccia un jazz-rock abbastanza sperimentale senza mai perdere troppo una vena melodica di sottofondo. Gli strumenti (fagotto, chitarra, sax, basso e batteria) vivono d’equilibri praticamente perfetti, cosa spesso non facile per gruppi sopra i tre elementi, tecnicamente bravi e in perfetta sintonia tra loro, come hanno potuto vedere gli astanti.
Eliminata la voce non resta che sedersi e gustare le composizioni strumentali che trasformano l'Interzona in un teatro scuro e polveroso, in un luogo qualsiasi, fuori del tempo.

La definizione jazz-rock, (usata da alcuni critici) sta molto stretta ai fobici poiché venerdì si è sentito un po' di tutto, crescendo chitarristici noise di buon livello, seguiti da rilassanti momenti di classica contemporanea, senza dimenticare la marcetta stile pantera rosa apparsa a metà concerto. Mentre tutti gli strumenti si trovavano a suonare insieme, il suono diventava spettrale e visionario.

Originali, intensi e mai presuntuosi, per uno dei concerti migliori visti ultimamente.

Rimane una gran tristezza nel vedere la gente pagante di stasera, ma ormai si sa, il gruppo italiano deve andare prima in America per essere conosciuto da noi. Un diamante puro e brillante ma ingiustamente sconosciuto.

Forse è il momento di tornare in miniera...

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