Dopo due album meravigliosi, maestosi, grigi, doom nell'animo ma psichedelici nei contenuti, masterpiece di quel sottogenere interessantissimo denominato heavy-psych che impazza soprattutto in america, ed un cambio di line-up molto significativo in quanto attestò la defezione del motore trainante di certe sonorità più dure, post-metal  e doom per l'appunto nel sound della band(Chico Foley, fondatore della band), gli Ancestors tornano con quest'album breve (Ep un po' lungo a dir il vero, si parla di quasi mezz'ora di musica) che a detta dell'etichetta (la tee-pee) attesta una nuova partenza per il gruppo californiano.

Ridimensionato il lato più duro del loro suono, ne esce fuori un lavoro pastorale, psichedelico, lieve, cullante, malinconico, space e prog, come se mettessero in luce il loro meraviglioso scheletro fatto di ballate settantine, ascensioni dirette nell'iperspazio con suoni che riempiono di magica emozione ogni spiraglio di vuoto che si nasconde attorno a noi: come dei Pink Floyd trascinati nel nuovo millennio, si imbattono in armonie che discendono direttamente da quei solchi bellissimi e mai più replicati. Adesso non resta che attendere l'album vero e proprio per poter capire dove questi pionieri di costellazioni perdute nel tempo vogliono arrivare.

Meraviglioso!

Carico i commenti...  con calma