I Cure sono stati uno dei gruppi di maggiore spessore nell'epopea dark. I loro suoni taglienti ed esasperatamente riverberati hanno fatto scuola, sfornando decine di cloni pronti a salire sul carro dei vincitori. In realtà, il movimento si affievolì ben presto, trattandosi essenzialmente di una moda il più delle volte banale. Tirando le somme, si possono contare sulle dita di due mani i gruppi che avevano davvero qualcosa da dire. Il resto, solo imitatori, più o meno spudorati.

L'album in questione fa parte di questa categoria.
Se ascoltate "Pornography" dei Cure, e poi inserite nel lettore questo disco, vi sembrerà di proseguire nell'ascolto di quello. Stessi suoni, stesse atmosfere, e quasi uguale anche la voce di Simon How Jones paragonata a quella di Robert Smith. Intendiamoci, "Pornography" è decisamente superiore, sotto tutti i punti di vista, però questo lavoro non resta distanziato anni luce. Ora, nasce una questione di lana caprina. Sono stati davvero questi a riprendere il sound dei Cure o viceversa? La data di stampa di questo disco risale al 1983, mentre Pornography è dell'82. Ma gli And Also The Trees suonavano così già dal 1979, e nell'anno successivo cominciarono ad andare in tour per fare da spalla proprio ai Cure. E' stato lo stesso Smith a sottolineare più volte l'amicizia col gruppo (in seguito incrinatasi), ed è stato il tastierista Lawrence Tolhurst a produrre i loro primi due singoli. Insomma, un bel pastrocchio. Al di là comunque di queste disquisizioni che lasciano il tempo che trovano, a noi interessa soprattutto la musica.

Bene, il disco risuona cupo, non spettrale ma anzi caldo, angosciante, claustrofobico, con una dose di cattiveria e teatralità superiore rispetto ai Cure. La cadenza vodoo che apre le danze, si presta alla perfezione per le grida demoniache del leader e per le lancinanti sciabolate di chitarra. Un copione abusato e a dir la verità troppo prevedibile. Uno spiraglio di luce sembra provenire dalla successiva "Talk Without Words", con una melodia leggermente più aperta e solare. Anche quest'episodio comunque, seppur sufficiente, presenta troppe ingenuità per stupire. Il discorso non vale invece per "Midnight Garden", il primo vero brano di alto livello. Una danza circolare come i migliori momenti del dark, con le solite figure ipnotiche di chitarre in primo piano, offuscate da un incombente strato di elettronica e da un ritmo che a tratti si fa galoppante. Piccola gemma. Non può fregiarsi dello stesso titolo la violenta profezia di "The Tease The Tear", che seppur discreta non ripete il miracolo, avvolta da spire maligne di chitarra e da un basso che romba come vuole la migliore tradizione del genere. Il clima si fa ancor più angosciante in "Impulse Of Man", tetro cerimoniale tra urla cariche di eco e staccati ritmici repentini. A rendere plumbeo il cielo le solite chitarre sanguinolente.
Siamo giunti a questo punto al vero capolavoro del disco, che francamente ne giustificherebbe da solo l'acquisto: la splendida "Shrine". Una melodia sognante e suggestiva, quasi eterea nel suo delicato incedere, che come per magia si trasforma in un tristissimo salmo per anime alla deriva, e che altrettanto magicamente ritorna alla dolce brezza iniziale. Quest'alternarsi di umori, ma soprattutto il loro incantevole succedersi, fanno del pezzo uno dei migliori del dark tutto.
Ovvio che al confronto la dannata cupezza di "Twilight Pool" pare brutta, ma non è affatto così. Meno suggestiva lo è di certo, ma si mantiene sempre su ottimi livelli. Sicuramente è il brano più elettronico del lotto, con la voce di Jones effettata come mai a duettare con un ritmo maccanico di drum-machine. Si chiude con "Out Of The Moving Life Circles", in un clima più sereno e consolatorio, tra dolci note di chitarra che cullano leziose e il solito incombente basso cavernoso.

La fama che il disco si trascina nell'ambiente dark-underground è sicuramente eccessiva, influenzata senza dubbio più dal "culto" che non dal suo reale valore musicale. E' però indubbiamente un buon disco, a tratti ingenuo e ammiccante agli stereotipi più facili, ma caratterizzato da una classe non comune e da uno "spleen" affascinante.
Per i cultori del dark, certamente da possedere.

Elenco tracce testi e video

01   So This Is Silence (03:09)

02   Talk Without Words (03:19)

We look up, silently
Without quite music
My face four days old
You look newborn
There's fear in your frown, like mine
No distance away
Noticing your hand
Half round my head
And on my face
Protecting me, protecting me
Afraid of your frown, don't change
For me expressions
A button undone
The earth that's on my back
And in my hair
Portraying me, portraying me
You're so clean, untouched
Like me experience possessed
She breathes so tence
Flexes her hand
Don't relax
Projecting me, projecting me.....

03   Midnight Garden (04:33)

04   The Tease the Tear (02:53)

05   Impulse of Man (04:44)

06   Shrine (03:38)

07   Twilights Pool (04:37)

08   Out of the Moving Life of Circles (04:05)

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