"Spot" è il terzo album degli And One e non fu ricevuto con grandi lodi dalla critica che considerava che la band avesse preso una piega un pò troppo commerciale.

Del resto, la prima traccia, "Wild Pain", non la smentisce di certo! Il ritmo e le sonorità sono carine -in particolare quell'apporto orchestrale verso la fine- ma le parole che ripercorrono i diversi giorni della settimana sono abbastanza irritanti. Tuttavia passato questo primo assaggio, gli altri pezzi sono davvero piacevoli, e hanno qualcosa da dire.

E' Il caso di "Life Isn't Easy In Germany" che ci offre uno spaccato dei problemi che ha dovuto affrontare la Germania seguito alla riufinicazione del paese. I toni non sono patetici, ma al contrario sarcastici.. Si tratta di uno fra i diversi altri pezzi della produzione della band abbastanza critici nei confronti della politica. Con "Consequence Of Time" si entra nella direzione verso la quale convergono altre canzoni dell'album: il cammino verso la Morte. Incorniciate da atmosfere elettroniche piuttosto acide e da tastiere, si distaccano parole tristi che rimandano alla solitudine. Ben diversa la situazione di "Spontanverkehr": si comincia con una voce femminile piuttosto sensuale e le battute sono più decise e numerose. Può sembrare, se non si ascoltano le parole, un pezzo leggero destinato solo a far scatenare in pista... Ma ci si rende conto, ben presto, che gli And One vogliono mostrarci le conseguenze di un rapporto occasionale che possono rivelarsi davvero molto nefaste come lo confermano le grida della fine.

Si gioca ancora su una transizione basata sul contrario per arrivare alla canzone successiva, dove le atmosfere si rischiarano e si arriva a qualcosa di più melodioso. Naghavy propone una via d'uscita dai problemi, non vuole turbamenti nella sua vita: "Don't ask me things, don't ask me things, about reality, love and pain." Quale sarà questa via d'uscita?? Le interpretazioni sono molteplici e volendo potrebbe anche essere una figura che funge da guida verso la morte. Sarebbe almeno quello che potrebbe suggerire il pezzo seguente che si apre con un coro piuttosto inquietante. Si tratta di una canzone molto intensa (non ingannino i suoni elettronici!) e la voce della bambina le conferisce un qualcosa che rimanda agli innumerevoli film d'orrore dove bambine eteree terrorizzano lo spettatore. Indubbiamente non è di facile ascolto (anche perché le lingue usate sono ben tre!), e sfortunatamente perde punti per via di una rima abbastanza piatta fra "sad" e "bad". Si cambia ancora con "Recover You", una specie di serenata basata su sonorità sinuose. Anche in questo terzo album gli And One si divertono a farsi pubblicità: dopo la canzone "And One" di Anguish, dopo la menzione del cd in "Flop!", qui si arriva al verso: "I was the boy from the band "And One"", accompagnata da un brevissimo brano dal loro primo successo "Metallhammer".

"Der erste Stein" apre la via ai pezzi strumentali dell'album e a "Tanz der Arroganz": è questo il pezzo di pura EBM dell'album, a dire il vero un pezzetto abbastanza mediocre. "The And", altra traccia strumentale, invece è fantastica.. in tutti i sensi! Infatti il clima è piuttosto inquietante e potrebbe benissimo diventare colonna sonora di un thriller! Le percussioni che arrivano progressivamente le donano un che di solenne e di maestuoso. Stupenda.. Si chiude con la traccia eponima, non brutta, ma che sfigura dopo la canzone precedente.

Insomma, non è certo un album poi così male: alcune tracce sono un pò meno riuscite ma le canzoni più oscure sono un vero piacere. E' comunque ovvio che questo non costituisce il capolavoro della band che si cimenterà poco dopo con le ottime canzoni che compongono "I.S.T".

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