Nel titolo "Virgin Superstar" si nota una chiara analogia con "Jesus Christ Superstar", ma non si può affermare che si tratti di un album religioso. Tuttavia, un certo qualcosa di mistico lo presenta (basti vedere la copertina dove le montagne sembrano quasi un paio d'ali) e in effetti diverse canzoni non sono altro che esami di coscienza ("My Story", in particolare) che possono essere rivolti, certo, ad una donna... ma volendo anche a qualche entità superiore.
Si parte con la canzone che dà il titolo all'album "Virgin Superstar" dove si affronta il potere dei soldi, del successo per ingraziarsi la benevolenza di qualcuno, dove tutto può essere comprato: "innocence is something you can buy". Come biasimare allora la donna di "Wasted"?? Se la si imbottisce di facili illusioni, come rimproverarle il suo bisogno di assoluto, la sua incapacità ad accontentarsi? Questo desiderio di estremo è ben reso grazie a una melodia incalzante che non accetta pause. Ciò permette di mettere in risalto la melodia più tranquilla di "You Don't Love Me Anymore". Troviamo uno dei primi esami di coscienza, il cantante esce dalle facili illusioni e guarda in faccia la triste realtà. Anche "Goodbye Germany" si concentra sulle separazioni: "It's time to leave the one we love, say "goodbye Germany"". E' un pezzo nostalgico, particolarmente efficace per quella specie di carillon che si sente specialmente verso la fine: la fine dei ricordi legati a un passato revoluto? Si continua con la serie degli addii con "Wet Spot". Si tratta di una canzone di difficile accesso che all'inizio non ispira affatto per via di quella voce femminile... Tuttavia, perseverando nell'ascolto, ci si rende conto che questo stratagemma permette di dare l'importanza necessaria alla parte cantata da Naghavy. Si arriva così al punto che lo si può considerare uno dei pezzi più riusciti dell'album!
Con "Panzer Mensch" troviamo il classico brano riempi pista degli And One; in pratica è un intermezzo destinato a far riposare l'ascoltatore in vista della seconda parte. In effetti troviamo la confessione di "My Story", una presa di coscienza dolorosa ma ben accettata. Non ci sono atmosfere tese o arrangiamenti sofisticati e il tutto scorre in modo molto leggero. Le tracce 8 e 10 sono da mettere in parallelo e tutte e due si concentrano sulla critica dei "paradisi artificiali" e sull'importanza di agire per fare quello che si vuole della propria vita: "(...)the world is calling you". Facciamo un passettino indietro per spendere due parole su "Not The Only One" che, ancora una volta, è una confessione sincera sui propri sentimenti effettuta dolcemente e non con il cinismo della donna di "Wet Spot". Si conclude con "Mr Jenka", un pezzo molto intenso, suonato al piano, dove si affronta la solitudine che si prova quando una persona cara non è più qui a offrirci il suo sostegno.
Insomma, se dovessimo riassumere con poche parole questo album potremmo dire: verità vs menzogna. In effetti, si oscilla costantemente fra la sincerità degli esami di coscienza e le facili tentazioni (in primis i soldi) che non sono altro che fragili illusioni. Sta poi all'individuo trovarsi la sua "virgin" che lo possa portare ala salvezza anche se sappiamo tutti che non sarà un'impresa facile.
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