La Danimarca è un Paese strano e abbastanza atipico nella panorama culturale europeo. Tra tanti film stralunati, silenziosi, tristi e fuori di testa voglio segnalarvi questo piccolo gioiellino che ha rastrellato una quantità sconsiderata di premi nel 2005: Premio Sundance Festival, Premio del Pubblico a Toronto, Miglior film al Courmayeur Noir Festival, Miglior film e miglior sceneggiatura al Danish Academy Awards e così via per altre 5/6 segnalazioni (!!).
Si è vero, spesso questi premi son mezze buffonate o "contentini" di accordi sottobanco per compiacersi questo o l'altro giurato (i meccanismi della cattiva politica si annidano ovunque), ma in questo caso voglio premiare il coraggio e la sfrontatezza di un piccolo fim che, a mio avviso, è un vero capolavoro. Una sintesi perfetta tra il Tarantino più crudo e il Kieslowski più epico e spirituale.
E' la storia di un neo-nazista (splendidamente interpretato da Ulrich Thomsen, una "mela marcia" della nostra società) che deve passare un periodo di recupero forzato in una piccolissima comunità religiosa in un paesino sperduto tra le valli. Una comunità di gente scoppiata e deviata, parroco compreso. Una lenta discesa tra le ombre della psiche umana, nel delirio e nell'incubo di persone psicologicamente disturbate (un terrorista islamico, un cleptomane, una donna che si crede incinta e altri) che vengono apparentemente tenute a bada dal parroco Ivan, un prete zelante, positivo e pieno di entusiasmo. Un parroco che, invece, avrà anche lui un sacco di scheletri nell'armadio, come verremo a scoprire poco a poco...
Un film dalle forti connotazioni sacre (c'è una sorta di rilettura dei 10 comandamenti, tutti regolarmente infranti) ma che sa muoversi con disinvoltura sul filo del sarcasmo, del cinismo e dell'ironia coinvolgendo lo spettatore in un'escalation di avvincente divertimento fino alla fine.
94 minuti (non lunghissimo quindi) di azione, divertimento, riflessione, colpi di scena e contenuti profondi ma mai pedanti o invasivi (certe frasi le ho dovute trascrivere su un blocco notes dalla bellezza di certi accostamenti intensi e indimenticabili) che non lasciano un attimo di tregua.
Gioiello indiscusso di un regista appena 23enne (!) che farà molto parlare di sè, ne sono stra-convinto. Uno dei pochi film che ha avuto il raro pregio di inchiodarmi davanti alla TV dall'inizio alla fine e di farmi venir voglia di rivederlo il giorno dopo (come è poi successo).
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