"Due di due" è per prima cosa la storia di un'amicizia; quella tra Mario (l'io narrante) e Guido.

Si conoscono  in un Liceo Classico di Milano durante la Quarta Ginnasio ai tempi dei movimenti del '68, e fin da subito si delineano i tratti psicologici opposti dei due personaggi: se Guido è un sognatore, carismatico, attivo durante le rivolte studentesche, Mario è timido, impacciato, e costantemente all'ombra dell'amico Guido. Nonostante queste differenze, anzi, probabilmente grazie ad esse, tra i due si sviluppa un'amicizia intensa, iniziata tra i banchi scolastici, proseguita tra le riunioni di studenti, i cortei e il corteggiamento alle ragazze e rinsaldata durante una vacanza in Grecia, dove entrambi riusciranno a creare grazie a un gruppo di turisti una sorta di Eden, mai più ritrovato tra le pagine del libro.

I due poi si separano; Mario, dopo un'avventata gita in Turchia, troverà pace in una valle nei pressi di Gubbio sposando Martina e allevando la relativa famiglia ai margini della civiltà, mentre di Guido si avranno notizie alterne.  La bellezza del romanzo è data dalla splendida caratterizzazione di questo personaggio, che non riesce ad adattarsi a questa società, fatta di cemento e inquinamento, omologazione e intromissione dello Stato.

Proprio questo lo porterà ad un odio-amore verso Milano; infatti questa città, con tutti i suoi difetti, rimarrà motivo di ispirazione e tensione indispensabili a Guido (ben distante dall'animo pacato di Mario), facendone incrociare più volte il destino. Il suo animo ribelle, fatto di insofferenza verso la stabilità e i progetti a lungo termine, preferendogli il rischio e le mille possibilità che si presentano, renderanno per Guido la felicità una meta utopistica.

Il romanzo, dopi molti colpi di scena, si concluderà con l'inevitabile finale, lasciandoti un senso di amarezza e riflessione.

Il libro a tratti è molto scorrevole, e le quasi 400 pagine scorrono via in un batter d'occhio. Non metto 5 stelle perché ho trovato la seconda parte del libro un po' prolissa, dilungandosi eccessivamente sulla coltivazione e i progetti agresti di Mario. In definitiva però, una gran bella scoperta. 

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