Nessuno è Dio, perlomeno tra noi umani non v'è traccia. Anche i più "grandi" hanno fatto le loro cappelle e i loro scivoloni, magari inconsapevolmente.
Andrea Pazienza, il più grande fumettista italiano (e non) ha fatto anche lui le sue "cosette sciape e insapori" come un po' tutti. E che c'è di male, direte voi... Soprattutto, ha fatto queste cosette che poi qualcuno (vedi Editori Del Grifo) hanno raccolto in suntuosi volumi e venduti come fossero tavole della legge sfruttando il NOME e la FAMA meritata su ben altri fronti. Invece stavolta il gioco non funziona.
Le tre storielle "Bali", "Brasile" e "Sotto Il Cielo Del Brasil" sono quanto di più moscio Apaz ci abbia presentato (forse l'ultima storia, meno delle altre due). Storie disegnate con la mano sinistra, colori grossolani di pennarelli Carioca di serie B (tks a Marina Comandini!), intrecci mosci e dialoghi "di mestiere" senza grosse invenzioni, senza genialità e senza nemmeno quel tocco di "umorismo bislacco" che tanto ha fatto Grande il nostro PAZ. Saranno gli anni passati (quasi 25!!), sarà l'Italia diversa, saremo noi ad essere cambiati o io invecchiato... fatto sta che queste storie non emozionano manco un po'. Mi spiace per Paz che ho amato e amo, mi spiace per tutti i suoi "fans accecati da un Amore senza mezzi termini", mi spiace per Vincenzo Mollica che si spertica in lodi infinite all'albo in questione (paraculetto as usual, eh eh), mi spiace tantissimo per tutto ma.... vado piuttosto a rileggermi Pompeo, Zanardi o Penthotal.... che lì SI che è tutta un'altra "storielett". Questa non merita che DUE stelle.
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