ANDREAS VOLLENWEIDER "Book of Roses"

Eccomi qui a commentare un CD a me molto caro. "Book of roses" di Andreas Vollenweider viene calssificato nel genere New Age e fu pubblicato nel lontano 1991.

Personalmente ho avuto modo di ascoltarlo solamente all'inizio del 1997. È strano ma a quelle delicate sonorita' che Vollenweider con la sua arpa riesce a creare, è legata una parte della mia vita molto particolare, quasi magica. Non so se ricordate che per parecchi mesi in quell'anno alzando lo sguardo al cielo si aveva modo di vedere un fenomeno di incredibile bellezza: "la cometa Hale-Bopp". A farla breve in quel periodo mi successero le cosepiu' strane, piu' belle e incredibili della mia vita... Forse legate anche a quel particolare evento astronomico...

"Book of Roses" è appunto la colonna sonora di quel tratto della mia esistenza. Ma ritorniamo all'artista che con molta modestia mi cimento a commentare. Andreas è nato nel 1953 a Zurigo, figlio d'arte in quantoil padre Hans Vollenweider è uno degli organisti piu' capaci delmondo. Nel 1975 scopre l'arpa e la fa diventare il "suo strumento" adattando le sue sonorita' alle sue esigenze creando l'"electro-acoustic harp". In particolare questo album è composto da 16 pezzi e alcuni per la prima volta sono cantati avvalendosi della collaborazione del gruppo vocale sud africano Ladysmith Black Mambazo dove spicca la voce di Joseph Shabalala.
Andreas Vollenweider non è un artista facile, anche se le emozioni che con la sua musica riesce ad evocare sono immediate, lui stesso si definisce mistico:

"My affinity for mystical themes has always provided different impulses for my musical work. On "Book of Roses" I tried to connect the earthly elements of world music with symphonic mysticism."

Una prerogativa di questo cd è che i temi sono incollati l'uno all'altro senza pause, se non quelle appositamente studiate quasi a creare una introduzione carica di attesa. Non trovo nessun pezzo piu' bello dell'altro perché sono tutti particolari. Quindi mi limito ad elencarli giusto nel loro ordine:

1. La Strega (Her Journey To The Grand Ball) 2. The Grand Ball Of The Duljas 3. Morning At Boma Park 4. The Five Curtains 5. Book Of Roses 6. In Doga Gamee 7. Passage To Promise 8. In The Woods Of Kroandal 9. Jugglers In Obsidian 10. Chanson De L'Heure Bleue 11. Czippa And The Ursania Girl 12. The Birds Of Tilmun 13. Hirzel 14. Jours D'Amour 15. Manto's Arrow And The Sphinx 16. Letters To A Young Rose

Nel complesso questo intero album crea delle ambientazioni alla Terry Brooks (autore della "Spada di Shannara"), o ancora meglio alla J.R.R. Tolkien, padre della moderna letteratura "high fantasy" o "fictional mithology" (scrisse tra le altre cose la trilogia del "Signore degli anelli"). Insomma, ascoltandolo mi riesce facile diventare una piccola "hobbit", pronta a combattere contro forze oscure ma aiutata dalla buona magia di elfi, maghi e fate. Capisco di essere grande per queste cose, e purtroppo a differenza del mio bambino di cinque anni che vive nel mondo fatato dell'innocenza (in cui è possibile trovare Babbo Natale che gioca a carte con Peter Pan), ho bisogno di cose che mi creino l'atmosfera per entrare senza barriere in quel regno.

"Book of roses" è appunto a mio avviso un tramite che aiuta la spirito a scrollarsi di dosso tutti gli stereotipi in cui siamo costretti a stare: una bella cura per lo spirito.

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