Prima ancora di Possession, altro suo apice assoluto, "Diabel" con le sue originali escursioni verso un fantasy via via sempre piu´ opprimente, gia´ si fa manifesto di quella poetica del "demoniaco" inteso non tanto come malvagita´ in senso classico, bensi´come sostanziale assenza di ordine sia in senso filosofico che umano.
Come opera risultera´ essere nel tempo, forse la piu´ visivamente degradante e sgradevole di tutta la sua produzione .

Il film in oggetto ha rivelato a livello internazionale il talento "parossistico" e le attitudini filmicamente schizofreniche del genialoide Zulawski al punto da rimanere, nel tempo, addirittura un clamoroso successo (anche se inizialmente, solo in quelli che erano gli entourage "d´essay" intellettualmente piu´ attivi e a la page dell´epoca) .

Durante l'invasione della Polonia da parte dell'esercito prussiano nel 1793, il giovane nobile polacco Jakub,prigioniero, viene liberato da uno sconosciuto che, in cambio, esige da Jakub una lista completa dei suoi compagni cospiratori. In viaggio con lui, Jakub assiste al caos dilagante e alla corruzione morale che regna nel suo paese, ivi comprese la morte di una persona a lui cara e all ´ infedeltà della sua promessa sposa.
Ormai mentalmente stravolto di fronte a tante atrocita´ inizia a commettere una serie di omicidi sanguinosi per nessun motivo apparente.

La singolare visionarieta´ di questa opera, la straordinaria fotografia, unitamente alla sapiente maestria del regista nel dirigere gli attori, (in questo non puo´ non ricordare Werner Herzog) fa di questa pellicola una opera obiettivamente "sui generis" .
Gia´ , perche´ oltre al lampante contrasto tra astrattismo e cromatismo barocco che prevale nella sua realizzazione il film risulta, anche nel montaggio, (con sconcertante anticipo sui tempi) un lavoro precursore di significative soluzioni cinematografiche che saranno poi adottate solo diversi anni dopo, come ad esempio la tecnica della telecamera a spalla (che contribuisce non poco,anche tecnicamente, a rendere ancora piu´ angoscianti ed ansiogene gran parte delle sequenze del film) .

In conclusione, una opera che rappresenta metaforicamente una sorta di affresco del "marciume" piu´ oscuro che dimora nell ´ animo e nella mente umana o che per oscure ragioni, poco a poco finisce per impossessarsi di essi (fin troppo facile,per certi versi, identificare il "diavolo" del titolo con lo stesso protagonista), un delirante esercizio di isterismo visivo che a tratti quasi sembra irridersi della sprovvedutezza dello spettatore medio, magari abituato perlopiu´ al torpore e alla prevedibilita´ dei classici peplum,colossal etc. o di certo cinema piu´ incline a drammi storici narrati in modo relativamente piu´ convenzionale e lineare.

Per onesta´ confessero´ che neppure il sottoscritto ha avuto lo stomaco di poter sostenerne la visione nella sua interezza, ma almeno da profano, non ho potuto personalmente restare irretito dalla proposta di un regista tra i piu´ lucidamente ed anarchicamente folli della sua generazione e di sempre, tanto che alla fine non esito a ribadire di averlo trovato addirittura piu´ disturbante e straniante dell ´altro capolavoro datato 1981 ....

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