"Possession era un film che non si poteva fare e quello che ho fatto in quel film, anche quello non si poteva fare. Malgrado tutti i premi, tutti gli onori che mi sono stati conferiti, mai più un trauma del genere, neppure in un incubo..." Isabelle Adjani.

Berlino 1981.

Anna (Isabelle Adjani) e Mark (Sam Neil) sono marito e moglie ed hanno un bimbo di 6 anni Bob. Mark torna da un suo viaggio d'affari e la moglie gli dice che ha un altro. E' la fine. Anzi non è  la fine è l'apocalisse.

Partendo da questo accadimento, fonte effettivamente di grossi problemi all'interno di un nucleo familiare tanto da determinarne talvolta una rottura definitiva, Zulawski si spinge fino alle conseguenze più estreme. La disgregazione della coppia e della famiglia è totale e con essa la sanità mentale. Zulawski era l'allievo di Waida riconosciuto come tra i più grandi registi polacchi di ogni tempo. Il cinema di Waida così come quello del suo assistente Zulawski è il cosidetto cinema dell'incubo, siamo dalle parti di Lynch, Cronenberg, Polanski. Ma probabilmente è Possession il film più sconvolgente, scioccante, raccapricciante e chi più ne ha più ne metta dell'intera cinematografia di tutti i registi citati. Lynch ebbe a dire che Possession è il film più "completo" degli ultimi 30 anni.

Fin dall'inizio (il tradimento è confessato nei primi minuti del film) entriamo immediatamente in uno scenario spaventoso, un dramma a tinte troppo forti per essere vere. L'obiettivo di Zulawski è probabilmente quello di veicolare il messaggio con una potenza inusitata e ci riesce completamente. E' già una Berlino grigia, gelida e desolata, col muro che la separa, le guardie ed il filo spinato, a dirci che loro due sono in trappola che non c'è scampo e noi con loro.

La coppia perde subito completamente la bussola e d'ora in avanti, l'escalation di malsana e sadica follia, la rabbia, la gelosia, la perdita di tutto e la totale incapacità di gestire tale situazione sarà inarrestabile, insostenibile.

La Adjani sfodera la prova della vita, un'esibizione che lascia il segno allo spettatore ma anche a lei stessa. Una prova attoriale sofferta, straziante, allucinata, che davvero potrebbe minare la sanità mentale di un essere umano che sta solo svolgendo il suo lavoro di attore in fondo. 

La MDP a mano li segue, li insegue e li accerchia in un valzer delirante, sconvolgente, impossibile per lo spettatore rimanere indifferente. Di fronte a questo film non ci sono difese. Se decidi di vederlo sei là dentro e stai male altrimenti premi stop e decidi di non proseguire.  

Dopo una quarantina di minuti, durante i quali siamo già pienamente all'interno del dramma e dove si è abbondantemente compreso che non se ne verrà fuori, il film inserisce un nuovo elemento ed è in questo nuovo elemento che  possiamo "vedere" cos'è la possessione di Anna. Entriamo quindi nel campo del cinema horror "è stanco, abbiamo fatto l'amore tutta la notte" ...ma, ripeto, qua tutto è metafora, non si tratta affatto di un horror, a dire il vero questo film non è facilmente classificabile, diciamo che è uno psico-dramma a tinte "forti".

Mai dimenticherete Anna la cui follia dapprima si insinua e successivamente esplode come una bomba atomica. 

Mi piacerebbe descrivere alcune scene, ce ne sono di memorabili ma non voglio spoilerare. Ad ogni modo assisterete a scene agghiaccianti, tra le più potenti e spaventose di sempre.

Se devo scegliere un solo aggettivo, e qui chiudo, dico che Possession è il film più disturbante che abbia mai visto in tutta la mia vita

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