La gente andava al cinema, già incredula dal fatto che nei cinema veniva proiettato un "film" gel genere. Si racconta che portavano cuscini, coperte e occhiali da sole nel caso il sonno aveva la meglio su di loro. Si trattava di resistere ad una tortura psicologica, 485 minuti di film da vedere. Ma vedere cosa ?
Inquadratura completamente bianca e successivamente per sei ore e mezza emerge la figura dell'Empire State Building. Non accade niente, solo le luci portano qualche "variazione" alla visione dell'opera, infatti le luci esterne della struttura rimangono accese mentre quelle interne si accendono e si spengono. Non accade altro.
Warhol aveva già scioccato il pubblico con il suo "Sleep" film della durata di 5 ore dove l'artista riprende un uomo che dorme, utlilizzando la tecnica del "long take extremis". Il film ricevette critiche positive anche se nessuno sapeva spiegare il perchè di queste critiche positive dato che almeno in apparenza non c'era molto da vedere o da capire. Molti anni dopo, per la precisione nel 2004 venne dato un importante riconoscimento all'opera: "opera significativa dei valori culturali, storici ed estetici, seguito poi nel 2007 da un altro importante riconoscimento: "Empire, tra i 13 migliori film interminabili di tutti i tempi".
Il film, girato a 24 fotogrammi al secondo ma proiettato solo a 16, questo per far in modo che da 6 ore e 30 si arriva ad una durata totale di 8 ore. Quando si dice "cinema estremo"!!!!
Un capolavoro anti-cinematografico, non dimentichiamo che Andy Warhol dipingeva molto in quel periodo ed effettivamente valutando bene "Empire" si ha più l'impressione di assistere alla visione di un quadro impresso su pellicola, di certo non si può parlare di cinema "tradizionale", quello che tutti conosciamo. La sfiancante durata molto probabilmente è giustificata dall'esigenza dell'artista di voler in qualche modo sminuire l'importanza del soggetto (in questo caso l'Empire State Building) e a rendere proprio il tempo il vero "protagonista" dell'opera. Come alcuni critici d'arte hanno giustamente suggerito effettivamente a parte le luci c'è qualcosa che si presta ad un cambiamento e questo qualcosa è proprio il tempo che trasforma un tramonto in un'alba di un nuovo giorno.
Andy Warhol, genio e sregolatezza, sempre alla ricerca di una assoluta libertà di espressione artistica. La prova del suo essere contrario ad ogni regola imposta non viene riscontrata solo in "Empire", altre opere estreme come "Sleep" "Blow Job" "Vynil" sono la chiara dimostrazione di una assoluta anarchia artistica. Alla luce di tutto questo possiamo tranquillamente affermare che "Empire" è un'opera che ha bisogno di parametri di giudizio completamente diversi da ogni altra opera appartenente alla settima arte. Un film che contro ogni aspettativa è diventato "iconico". Nel suo cinquantesimo anniversario l'Empire State Building è stato completamente illuminato proprio per rendere omaggio all'idea folle e geniale che il grande Andy Warhol ha avuto in tempi dove la sperimentazione, il voler osare e il voler trasgredire era quasi una prerogativa di tutti gli artisti che non avevano nessun interesse ad essere "compresi e accettati" fino in fondo, la loro arte, folle, visionaria e geniale veniva prima di ogni cosa.
Un "duello" tra lo spettatore e l'opera di Warhol, io nonostante vari tentativi ho sempre perso (sono riuscito a superare le quattro ore poi mi sono arreso) ma non ho mai osato parlar male di un'opera nettamente più "grande" di me sotto tutti i punti di vista, così come non ho mai osato parlar di "noia" perchè anche se in misura assai ridotta credo di aver intuito le intenzioni del regista e in più sottolineo il mio totale rispetto verso chi come Warhol ha sempre voluto spingere la propria arte al massimo, oltrepassando tutte le barriere e sfidando le varie interpretazioni che nel corso del tempo cambiano, si trasformano e portano l'opera ad entrare prima in un immaginario collettivo e successivamente nella leggenda.
VinnySparrow
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