Premiato con il Leone d'oro all'ultima mostra cinematografica di Venezia, " Lust, Caution" (da noi tradotto, semplicemente e un po' banalmente, con "Lussuria" ) è l'ultima fatica del regista taiwanese, che con questo film compie una sorta di "ritorno alle origini": dopo l'ambientazione occidentale dell'ottimo "I segreti di Brokeback Mountain" e del mediocre "Hulk" ritorna a raccontare, infatti, una vicenda tipicamente orientale, con atmosfere più vicine al precedente "La tigre e il dragone" (ovvimente diverse dal punto di vista temporale\scenografico).
Il film, tratto da un racconto breve della scrittrice Eileen Chang, narra una torbida storia di spionaggio sullo sfondo del secondo conflitto mondiale. Wang Jiazhi è una giovane donna, membro di un gruppo di studenti rivoluzionari cinesi alleati alla resistenza contro i giapponesi, che scivola lentamente in un pericoloso gioco di intrighi sentimentali con il collaborazionista Mr Yee al fine di sedurlo e renderlo facile preda di un agguato da parte della resistenza: ma la strategia si trasformerà presto in passione, in amore, in tradimento....

Ho parlato di ritorno alle origini poichè con questo film il regista utilizza il mandarino quale lingua ufficiale delle riprese e si avvale della collaborazione di Bill Kong (produttore de "La tigre e il dragone") e James Schamus, sceneggiatore e produttore con cui ha lavorato in ben 9 film, tra cui "I segreti di Brockeback Mountain". Il film rivela sin dall'inizio un'atmosfera particolare, una notevole attenzione per i particolari, per i giochi di sguardi, la gestualità,la tendenza di lasciar "parlare le immagini" attraverso lunghi (ma mai stancanti) momenti di introspezione e di silenzio. La pesantezza è la complessità della trama vengono stemperate attraverso una serie di flash-back e flash-foward, tentantivo che se all'inizio confonde un pò lo spettatore, alla fine risulterà essenziale alla totale comprensione della trama.
I dialoghi, in particolare, sono di rara bellezza complice, probabilmente, l'utilizzo di un linguaggio assai formale e strutturato. L'ambientazione è pressochè perfetta, con una Shangai devastata dalla guerra e baganata dalla pioggia, immersa nel dolore e nella tristezza e resa ancor più affascinante da una fotografia che privilegia il buio sulla luce, la luce artificiale su quella naturale. Necessario spendere qualche parola anche sulle discusse scene di sesso che sono costate alla pellicola il taglio di ben 30 minuti in Cina e censure e divieti in America e Europa: gli amplessi tra i protagonisti sono indiscutibilmente forti per gli standard del cinema commerciale, con inquadrature che poco lasciano all'immaginazione e che ritraggono un sesso sporco, violento, carnale. Ciò credo sia però fondamentale alla riuscita di una pellicola che ha come tema, oltre al racconto di un rapporto sofferto, proprio quello della complessità dell'animo umano, con le sue fantasie, depavazioni, emozioni oltre a sottolineare quanto debole sia il confine tra amore, passione, sensualità,tradimento e carnalità, fattori che qui si mescolano in un vortice di complesse situazioni.

In conclusione un ottimo film, uno dei migliori di quest'anno se non degli ultimi che ha nella recitazione e nell'atmosfera i suoi punti di forza.

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