Per questa recensione cercherò di essere seria (per quanto io riesca), per parlare di una cantante che a mio parere merita molto, ma che troppo spesso è stata sottovalutata.
Forse perché quando Anggun è esplosa sulle scene (per poi finire nel dimenticatoio) a farle concorrenza c'erano le solite facce note, come ad esempio Britney Spears, che ai tempi stava spopolando ovunque con la solita e inutile "Baby One More Time". Anggun invece ha portato una ventata di aria fresca nel mondo della musica, con le sue melodie decisamente diverse dal solito pop americano che siamo abituati a sentire. O forse anche grazie alle sue origini orientali (Anggun è nata a Jakarta, in Indonesia), fatto sta che le sue canzoni non sembrano, nella maggior parte dei casi, i soliti rimescolamenti di note, già visti e già sentiti migliaia di volte.
In Italia non è conosciutissima, ma su MTV a suo tempo c'è stato spazio anche per lei. "La Rose Des Vents", la cui versione inglese è "Rose In The Wind" è stata la hit che nel 1998 le ha permesso di varcare i confini indonesiani, anche se era già conosciuta in Francia e in altri paesi. Molti l'avranno sentita anche duettare con Piero Pelù nel singolo "L'amore immaginato" nel 2003. Oppure avrete sentito passare qualche volta alla radio "Undress Me" o "Saviour", che a mio parere non hanno ottenuto ancora una volta la considerazione che meritavano.
Ho deciso di recensire il "Best Of" intanto perché è il primo CD di Anggun che ho acquistato, nonostante la conoscessi e la apprezzassi già da svariati anni. Ma soprattutto perché contiene alcune (anche se non tutte) fra le sue canzoni migliori, come, ovviamente, "Rose In The Wind", "I'll Be Al Right", "Snow On The Sahara", "Undress Me" e molte altre.
Credo che la forza di Anggun stia innanzitutto nella sua voce, una delle più potenti e particolari attualmente in circolazione. Ma non guasta anche il suo carisma durante le esibizioni live, e le atmosfere talvolta molto orientaleggianti (che strizzano comunque l'occhio al solito pop) delle sue canzoni. Ovviamente l'uscita del "Best Of" nel 2007 è passata quasi inosservata (forse perché i canali musicali e le radio erano più impegnati a parlare della cara Britney e dei suoi casini per occuparsi di una vera artista), ma io lo consiglio caldamente. Certo che se vi piacciono generi tipo heavy metal non credo che ascoltare Anggun sia una delle vostre priorità, ma se avete delle vedute musicali ampie, penso proprio che questo sia quello che fa per voi.
Metto quattro stelline perché confido nel fatto che qualcuno prima o poi si accorgerà che pop non vuol dire solo e sempre musica scadente (anche se nella maggior parte dei casi purtroppo sì). E soprattutto di questi periodi, dove siamo bombardati da musica Americana (vedi il solito Timbaland, che riesce a screditare con i suoi duetti gruppi meritevoli quali i The Hives), girare la testa verso altri Paesi non farebbe male.
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