Una tendenza apprezzabile di questo gruppo carioca è stata quella di presentare, nel corso della loro carriera, qualche EP che, di per sé, non ha mai avuto alcuna qualità particolare se non quella di riconfermare la musica che già l' album predecessore aveva già presentato.
Così vale per questo mini album "Hunters And Prey", distribuito nel 2002 (un anno dopo l'uscita di Rebirth), che di per sé non contiene grandissime novità di stile. O meglio, rispetto a Rebirth.
Il disco, infatti, per essere ben apprezzato, deve essere visto non come una sottospecie di spin-off del suo antecedente full-lenght (proposta invece più adatta a Freedom Call che già dalla copertina ricordava il suo "genitore" Holy Land), bensì deve essere inserito nel contesto discografico completo degli Angra.
Questo EP, nonostante non presenti alcune canzoni memorabili (se non per la canzone omonima dell'album, che richiama egregiamente lo stile tipico dell'amatissimo album Holy Land e due cover acustiche dei due singoli del precedente album Rebirth - tutta un' altra cosa rispetto alle versioni ultimamente visibili su Youtube musicalmente patetiche e a mio avviso inaudibili) è ascoltabile, non annoia ed è, a mio avviso, una giusta proposta stilistica che aiuta l'ascoltatore (soprattutto i fan) ad ambientarsi nel nuovo universo Angra.
Un EP che dunque potrebbe addirittura essere proponibile prima di un ascolto dell' album "Rebirth", così da non colpire al cuore chi, dopo Fireworks, si aspettava i soliti Angra pieni di Brasile, e non è ancora pronto a farsi dare una batosta di puro power "europeizzato" quale propone "Nova Era".
Una pecca, nella tracklist, la trovo nella proposta di "Caca e Cacador". Oltre al titolo alquanto obsoleto sia per le popolazioni ispanico-italiane, riproporre la stessa canzone (tra l'altro quella più "forte" del disco) a distanza di alcuni brani, risulta forzato e forse noioso. Secondo la mia opinione, potevano eliminare benissimo una delle due versioni (perché no, magari anche quella inglese, che tanto nessuno muore se nel disco non c'è una canzone omonima).
Il voto 3, dunque, viene giustificato solamente dal fatto che di per sé non è un album indispensabile e distinguibile dal resto della discografia del gruppo, ma resta pur sempre un bel lavoro cui, se non avete proprio altro di meglio da ascoltare, o volete almeno provare a trovare qualcosa di buono nei nuovi Angra, avete 8 tracce/possibilità in più di ricredervi, o anche di riconfermare il vostro sdegno.
Tutto sommato un buon mini-album.
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