Anita Lane è una signora che da più di quindici anni anni bazzica nei territori più alternativi del rock mondiale con una non-chalance tale da far pensare che per lei la musica sia più un hobby che una professione.

In questo lungo periodo è stato pubblicato davvero poco materiale ufficialmente a suo nome, anche se non si contano le collaborazioni con molti artisti, primo e più importante Nick Cave. Quest'album del 2001 è la sua ultima fatica, e testimonia una maturità espressiva davvero notevole. Il punto di riferimento musicale resta sempre Cave. Lo testimoniano il sound, ma soprattutto i nomi che si leggono tra i responsabili del progetto.

Anita infatti si circonda di molti Bad Seeds, tra i quali spicca Mick Harvey, che co-firma gran parte delle traccie. Si tratta di un lavoro incredibilmente fresco, retto su un suono abbastanza dark da piacere ai più esigenti critici, ma anche piacevolmente stemperato dagli ottimi arrangiamenti e quindi accessibile anche a un pubblico più vasto. Anita Lane interpreta con grande sensualità su intriganti basi di hammond e violini.

Le canzoni sono tutte bellissime, in particolare l'apertura di "Home Is Where The Hatred Is", il singolo "Do That Thing" e "A Light Possession". Una traccia in particolare merita da sola l'acquisto dell'album: l'inattesa cover in inglese di "Bella Ciao" (proprio quella dei partigiani) trasformata in una commovente murder ballad...

Unica!

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