Emozioni ovattate, ma pur sempre emozioni vere, poesia, stile e talento. Dopotutto, quella scritta in alto a sinistra della copertina è una garanzia. Un po' paracula, poco ma sicuro, ma con una certificazione come quella l'ascoltatore può andare sul sicuro: questo è un prodotto di alto spessore.

Anjani Thomas, in arte semplicemente Anjani, nata ad Honolulu nel 1959 e trasferitasi a New York per inseguire il sogno di una carriera musicale fu segnalata a Leonard Cohen dall'amico e produttore John Lissauer nel 1983, giusto in tempo per fornire il suo contributo come corista in "Hallelujah" ed instaurerà con il grande cantautore una profonda relazione sentimentale oltre che artistica. Questo rapporto perdurerà nel tempo consolidandosi ulteriormente nel 2004, quando Anjani riapparirà come co-autrice di "On That Day" e soprattutto "Nightingale", a mio avviso il miglior brano di "Dear Heather". Due anni più tardi arriva questo "Blue Alert": le musiche sono tutte di Anjani, Cohen si cala nelle vesti di produttore e scrive i testi: manco a dirlo, si tratta di una formula vincente.

"Blue Alert" è un album di raffinatissimo pop-jazz; il pianoforte è l'indiscusso strumento principe, con l'aggiunta di alcuni archi e ottoni di contorno. Anjani non ha il timbro potente di Jennifer Warnes o la verve soul di Sharon Robinson, la sua è una voce sottile, che contribuisce a creare quell'atmosfera ovattata che si respira in tutto l'album, specialmente in episodi come "Innermost Door" e "Half The Perfect World", da cui sgorga un suono caldo e sensuale ottenuto con la massima semplicità stilistica, "Never Got To Love You" e "Crazy To Love You" eleganti piano-ballads che virano su sonorità più leggere e gioiose, mettendo ancora di più in luce la duttilità vocale di Anjan e anche "No One After You", in cui un leggiadro ritornello potenzialmente radiofonico fa capolino tra i sornioni sintetizzatori del co-produttore John Lissauer. L'ombrosa titletrack "Blue Alert" e "The Golden Gate" aggiungono invece sfumature più cupe; quest'ultima soprattutto presenta un pathos drammatico quasi filmico, nell'interpretazione struggente, nel testo "impressionista" e nell'outro di piano che la fà sfumare magistralmente. "The Mist" riprende la prima strofa di "True Love Leaves No Traces" sviluppandosi poi come una raccolta e sospirata preghiera, "Nightingale" riappare trasfigurata rispetto a "Dear Heather", da allegro motivo folk diventa una stupenda ballad interpretata da Anjani con dolcezza e sentimento, e infine c'è la gemma dell'album, la chiusa perfetta: "Thanks For The Dance", un meraviglioso walzer a suo modo imponente nonostante la strumentazione aggiuntiva al pianoforte (clarinetto, lap steel) sia comunque molto discreta; una perfetta canzone d'amore alla Leonard Cohen, che parla proprio della storia incompiuta tra i due artisti: "It was fine it was fast, I was first I was last in line at the temple of pleasure, but the green was so green and the blue was so blue, I was so I and you were so you, the crisis was light as a feather".

"Blue Alert" di Anjani e Leonard Cohen è un disco molto semplice da assimilare: voce affascinante, melodie orecchiabili e semplici pur nella loro raffinatezza, che entrano subito in testa, come vuole la legge del business radiofonico, ma, e questa è la sostanziale differenza, lasciano dentro qualcosa, sono canzoni che hanno una levatura musicale, artistica, poetica e culturale; questo è un album che consiglio a tutti, anche perchè nobilita un genere musicale che le majors discografiche hanno svilito in nome del dio denaro con fenomeni da carta patinata come le varie Amy Winehouse, Duffy, Adele e Carol Emerald. Dopotutto, le cose belle spesso sono "nascoste" solo da un sottile strato di polvere, e ci vuole così poco per scoprirle...

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