"La Donna Del Pane" bussa alla porta, personaggio senza tempo si racconta con il suo sconosciuto linguaggio, con la fisicità di Anna Homler e i commenti sonoro di Stevie Moshier.
In "Breadwoman & Other Tales" la Homler è posseduta dal millenario spirito, si veste totalmente di pane e intona un occulto rituale etnico metafisico grazie al quale siamo trasportati in un arcaico mondo che segue i sentieri di una esistenza che prende forma attraverso sospese sfere e inquietanti inni di tempi che non ci appartengono, in una lingua sconosciuta madre della babele di lingue del nostro mondo, solo sostenuta dalle misteriose ma sempre umane basi elettroniche industrial ambient del medium musicale Moshier.
World music di un mondo fuori. Una voce che che vuole sperimentare, raccontare, portarci in uno stato di trance indotto dalle vibranti corde vocali, dai commenti musicali mai invadenti che sottolineano e legano lo spirito sperimentale coperto di concettuale humus.
A partire da "Ee Che"ripetitiva cantilena, sorta di canto da campo di lavoro oltre i canceli del reale, scandito da un battito industrial e liquide increspature analogiche
Fino ad arrivare alla possessione totale di "Sirens" . La voce si strozza ,si allunga in elastici vocalizzi che si attorcigliano su un corpo ambient ,sfociando nella finale babelica "Celestial Ash", 17 minuti di voci, lingue , bisbigli si sovra pongono opponendosi all'esorcismo sonoro dei flussi elettronici che costruiscono una cattedrale di palpabile inquieto sentire.
Lavoro misterioso, dall'oscuro anacronismo , dal criptico messaggio, non annoia per un attimo ma sospende l'ascolto in una dimensione dall'inspiegato e dall'inspiegabile morboso fascino.
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