That Old Ace in the Hole è il quarto romanzo di Annie Proulx, scrittrice che adoro, pubblicato nel 2002. A differenza dei suoi immediati predecessori, Avviso ai Naviganti e I Crimini della Fisarmonica, è stato accolto piuttosto freddamente dalla critica, non ha avuto particolare successo commerciale, non ha vinto nessun premio letterario e non ne è stata realizzata alcuna trasposizione cinematografica o teatrale. Ma, soprattutto, è il mio romanzo preferito di Annie Proulx che, come ho già detto una riga sopra, è una scrittrice che adoro. Si, mi piace anche più del bellissimo e più celebrato The Shipping News, o Avviso ai Naviganti, che dir si voglia, che tralaltro ho pure recensito.

Però.

La mia adorazione (e siamo a tre) per la scrittrice e il romanzo in questione non mi impedisce di comprenderne i limiti. Quel Vecchio Asso nella Manica non è uno di quei libri di appeal universale, decisamente no; è ambientato nel cuore delle High Plains americane, principalmente in un rettangolo di terra noto come Texas Panhandle, una regione che in ambito letterario (e, più in generale, nell'immaginario collettivo) non può che essere indissolubilmente associata alla "mitologia" western: ranger e banditi, indiani e cowboy, manifest destiny, e via discorrendo. Ma questo non è un western; no, il Panhandle raccontato tra queste pagine è una regione in lento ma apparentemente irreversibile declino. La popolazione diminuisce di anno in anno, l'acqua scarseggia in maniera sempre più preoccupante e i ranch e le mandrie sconfinate del passato sono solo un lontano ricordo, sostituiti dell'industria petrolifera e dall'allevamento intensivo di maiali.

E il nostro protagonista, un ragazzo curioso e di animo gentile chiamato Bob Dollar (il cui cognome è un chiaro esempio dell'ironia sottile e impertinente tipica di questa scrittrice), arriva nella minuscola, sonnolenta cittadina fittizia di Woolybucket proprio con il compito di acquistare dai locali terreni su cui edificare porcilaie per conto di una multinazionale straniera. Data la fortissima e giustificata avversione della gente del posto, dovrà farlo ricorrendo a stratagemmi fraudolenti. Oltre ad essere, per indole, quanto di più lontano ci possa essere da un truffatore senza scrupoli, Bob finirà gradualmente per affezionarsi a quell'angolo di mondo, a suo modo affascinante, cosa che renderà la sua crisi esistenziale ancora più difficile da risolvere.

Dicevo prima che That Old Ace in the Hole non è un libro western, ma il passato "epico" della regione in cui è ambientato rivive nei numerosissimi flashback sparsi per tutto il romanzo, ed è principalmente in questi flashback che "vive" e opera il secondo grande protagonista, ovvero Ace Crouch, l'Asso del titolo. Come Don Chisciotte, anche Ace ha a che fare con i mulini a vento, non li combatte, però, li aggiusta. Questa è una di quelle splendide raffinatezze creative tipiche di Annie Proulx, perchè anche Ace è un residuato di un'era ormai tramontata, che però non vuole saperne di rassegnarsi all'evidenza. Ace Crouch è uno di quei personaggi memorabili e perfettamente riusciti che possono essere interpretati sia in chiave realistica che allegorica: è un idealista senza compromessi, un libertario che capisce che il modo migliore per preservare veramente la vecchia etica western sta nel rafforzamento delle comunità locali, non nel grande capitale, ma anche un uomo astuto e non privo di istinto imprenditoriale.

Bob si avvicina moltissimo a quello che sono realmente, Ace a quello che vorrei essere; questa, in fondo, è il motivo principale per cui amo così tanto questo libro, ma ovviamente c'è molto altro. Old Ace è un mosaico pieno di colori, spesso colori fortemente contrastanti; personaggi improbabili, a volte smaccatamente caricaturali e situazioni comico-surreali a profusione, e anche tanti momenti di profonda introspezione e scene di grande lirismo e umanità, tra cui il dialogo finale tra Ace e Bob. Le descrizioni paesaggistiche sono assai suggestive e atmosferiche, mai fini a sè stesse, la mentalità, la cultura e le usanze del Panhandle sono presentate in maniera molto approfondita e con un rigora quasi antropologico, frutto di un meticoloso lavoro di ricerca sul campo, e Annie Proulx non nasconde niente al lettore, neanche gli aspetti meno piacevoli: il Panhandle è una delle aree più conservatrici e religiose di tutti gli USA, con tutto quello che ciò comporta, e questo aggiunge uno strato di ulteriore complessità a un romanzo già magistralmente sfaccettato e che si presta a innumerevoli chiavi di lettura.

La mia personale chiave di lettura, in ultima analisi, qual è? Io penso che, da un certo punto di vista, Old Ace sia, almeno in parte, una favola. La conclusione, soprattutto, ha ben poco di realistico. Nel mondo reale, uno come Ace Crouch, così determinato a minare gli interessi di "leviatani" economici molto più grandi di lui, sarebbe facilmente ridotto a più miti consigli, con le buone o con le cattive, qui no. Ma Annie Proulx non sceglie comunque la via più ovvia, non dà per scontato che Davide trionferà su Golia, ma dà ad Ace e a Bob una possibilità di riuscita felice, e così facendo afferma a chiare lettere che la via dell'omologazione, della globalizzazione non è necessariamente l'unica forma di progresso. Nel romanzo e soprattutto nel personaggio di Ace c'è una forte componente conservazionista e animalista, una chiara idea di sviluppo sostenibile ma, a un livello più profondo, il significato ultimo di questo libro sta in quella parola biblica che suggella East of Eden di John Steinbeck: Timshel, tu puoi, il dono del libero arbitrio in una parola.

A proposito di East of Eden: Annie Proulx lo cita esplicitamente in uno dei numerosissimi piccoli tableau che costituiscono la spina dorsale di questo per me meraviglioso romanzo, e devo ringraziarla anche per questa preziosissima esca, a cui ho ovviamente abboccato. A chi consiglierei la lettura di That Old Ace in the Hole? Senz'altro, ai patiti di Americana, quella è la nicchia più ovvia per un romanzo del genere, e più in generale a chiunque voglia leggere qualcosa di diverso e fuori dai sentieri più battuti. Non è di certo un libro per tutti i gusti, come ho già detto, la trama è molto rarefatta, sfilacciata, e procede con grande lentezza, tra digressioni, sottotrame e personaggi secondari a non finire (Tutte cose che a me, personalmente, non dispiacciono affatto, soprattutto se gestite come Annie Proulx sa fare). Uno di questi personaggi secondari scaturiti dalla brillante, salace fantasia di Annie Proulx è un frate-cowboy che alleva bisonti nel ranch del suo convento: Fra' Mesquite, di gran lunga il religioso più figo che mi sia mai capitato di incontrare nei miei viaggi letterari. E detto questo, finalmente, posso chiudere.

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