Se vi è qualcosa che, a mio giudizio, rende la musica arte, questa è l'espressività. Mi riferisco al momento in cui, leggendo ed interpretando il testo di una canzone, si riconosce che la melodia già ti suggeriva l'argomento. Ecco cos'è "Alice In Hell", ecco chi è Jeff Waters: il disco è arte, il compositore (per sillogismo) è un artista, un genio.

Dall'Opener Track si può già capire a quale tipo di ascolto si va incontro. "Crystal Ann" è poesia pura, di una raffinatezza che non è più propria di questo mondo. Non si può che rimanere estasiati dalla sua melodia, che ha davvero il valore di un cristallo. Ciò che riesce a trasmettere questa gemma è comparabile soltanto ad un brano di musica classica (anche se, ovviamente, stiamo parlando di tutt'altro genere). Ed ecco che si fa tappa nell'orrore di "Alison Hell". La sostanza del prodotto ci è data dalle prime note di basso, che ci catapultano subito vicino ad Alison ed all'incubo che ella vive. Qui vi è l'apice dell'espressività, nella canzone che meglio identifica la grandezza di Jeff Waters, la quale resterà la sua miglior composizione di sempre (scrivo ciò guardando al genere della band, altrimenti lo scettro andrebbe a "Crystal Ann").

Si passa poi per "WTYD", in cui Jeff si cimenta nel tema della morte. Mi preme sottolineare la bellezza della parte centrale del pezzo, rassomigliante ad un misto tra classica ed un componimento dei Goblin. Con "Wicked Mystic" e "Burns Like A Buzzsaw Blade" si cala un pò di tono (soprattutto con la seconda), però oggettivamente siamo ancora di fronte a due buoni brani. Si ritorna poi al macabro con "Word Salad", e non poteva essere altrimenti quando l'argomento è la lobotomia. E qui Waters ci mostra anche tutta la sua tecnica chitarristica, oltre alla solita grandezza compositiva. Che dire poi di "Schizos"? La canzone sta tutta nel titolo. Oltre a ciò rappresenta anche una bella martellata di sano thrash. Una track di violenza più che altro, farcita di tecnica e sublime anti-armoniosità. Prima degli Annihilator, Edgar Allan Poe fu d'ispirazione anche agli Iron Maiden, che composero, dall'omonimo racconto dello scrittore, "Murders In The Rue Morgue". Jeff ci presenta invece "Ligeia". Bisogna riconoscere che, per il tema affrontato, il lavoro del leader degli Annihilator è abbastanza superiore a quanto fecero gli Iron. Eccoci alla conclusione, con "Human Insecticide" e la sua cattiveria, quella che insomma ci ha accompagnato fino ad ora (anche se la track conclusiva non sta al passo delle altre). Ancora un buon pezzo, anche se non osannabile.

Quanto riportato in questa mia recensione è carico di soggettività senz'altro, ma non credo si possa parlar negativamente di "Alice in Hell". Come sappiamo la popolarità non è di casa per gli Annihilator; la band è sempre rimasta parecchio nell'oscurità, e nel 1989 (anno di pubblicazione del CD) usciva un altro capolavoro di un gruppo che già aveva attirato a sè milioni di fan: mi riferisco a "Master of Puppets" dei Metallica. Forse la causa della poca fama di cui godranno gli Annihilator è data dal fatto questa band è nata tardi, mentre Metallica e Slayer già avevano conquistato il cuore dei thrasher, però sfido chiunque a non riconoscere la maestosità del lavoro di Waters.

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