Una linea immaginaria che collega la California al Regno Unito, questo riassume brevemente la genesi di un side project come gli Anopheli. Dal BART che sfreccia tagliando a metà la Bay Area e Oakland raggiungendo il TUBE londinese, perché la collaborazione va oltre la distanza, quando c’è affinità mentale e musicale. I più attenti e interessati alle illustrazioni underground già dall’artwork avranno capito con chi si ha a che fare. Per chi non ne avesse idea invece il nome è uno solo: Alex CF. E se anche questo non vi dice nulla, mi sa che è giunta l’ora delle ripetizioni. Artista a 360 gradi, con un’etica sfrenata che va ben oltre il mondo DIY è il mastermind dietro a progetti quali Fall of Efrafa, Momentum e Light Bearer. Due defunti, uno (l’ultimo citato) attivo e che a ogni uscita sembra posizionare l’asticella qualitativa sempre più in alto. Britannico qui si riunisce con l’aiuto dell’etichetta Alerta Antifascista con Jasmine, Brian e Josh californiani doc e impegnati con Torso, Everybody Row e Monuments Collapse, tra gli altri. E in cabina di regia il guru Jack Shirley (Comadre, Loma Prieta, Deafheaven e un'altra miriade di band locali).

Neanche mezz’ora per dipingere una malinconia istintiva e feroce, nella quale il dualismo vocale maschile-femminile permette cambi repentini d’isteria collettiva. La materia prima sulla quale incidere il proprio disagio è un crust di scuola americana alla From Ashes Rise o spagnola alla Ekkaia, per intenderci: sì, distorsione ruvida e massiccia, ma con vena melodica sempre viva e pulsante. Per fare paragoni con gli altri gruppi di Alex si potrebbe dire che eredita dai Fall of Efrafa di "Owsla" le sezioni più marcatamente crust, con qualche riferimento d-beat e ci unisce il dramma degli aspri rallentamenti in modo più sintetico. Questo non significa una semplificazione, anzi, tutt’altro, piuttosto un giusto equilibrio fra rovinosi riff dal sapore doom/sludge e sfuriate così scheletriche, quantomai vitali. Il clima che si respira manco farlo apposta è apocalittico. Che l’umanità stia fallendo, cadendo sotto il peso dei propri peccati e dell’ignoranza fanno sì che il tormento dei nostri possa esser espresso nel modo più sincero possibile. Cinque pezzi, uniti da un leit motiv sorprendente (ma non troppo) vista la poliedricità degli artisti in questione: un violoncello. Suonato da Nicole, segnata come turnista del progetto fra amici, non è mai ingombrante, non rimane soffocato, riesce a giostrarsi bene con il freddo incidere delle chitarre e l’abisso crust delle voci di Alex e Jasmine. E’ sinuoso e letale, come un nodo che lentamente soffoca e si stringe sempre più. Prima compare soffusamente, poi con più veemenza cattura una furia emozionale che emerge in un’atmosfera di rassegnazione, nell’agonia e apatia quotidiana.

C’è tempo per una composizione acustica prima di tuffarsi nel mondo oramai obsoleto e in macerie di “Rime”. 8 minuti che fanno da conclusione a un tragitto sì breve, ma intenso. Passando fra paesaggi desolati e aridi, dove nulla può più crescere e tutto ciò che respira viene lentamente corrotto e portato a morire. Con atteggiamento inerte e passivo s’assiste alle dissonanze e contraddizioni che costruiscono gli echi di una vita oramai lontana e opaca. Alex non si è spinto a citare Richard Adams, la Genesi, il Paradiso Perduto come altrove, ma le sue allegorie nei testi sono sempre ben presenti e pronte a sostenere l’incidere musicale che vuole creare. Lui è una sicurezza e anche questa volta ci ha lasciato con gli Anopheli una piccola perla da poter ascoltare e riascoltare. L’unica speranza è che quest’idea non rimanga un episodio isolato, perché di potenziale ce ne è parecchio. Ma la sua mente è così, sempre sommersa da idee e la creatura principale Light Bearer vorrà quanto prima tornare a briglie sciolte.

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