Rabbioso ma sottile, selvaggio ma elegante, cacofonico, ma maestoso, violento ma sensuale; e potrei continuare così per descrivere tutti gli aspetti di questo "New Obscurantis Order", terzo capitolo made in France degli Anoressici Nevrotici, che più nevrotici di così non sono mai stati. Lasciatosi alle spalle tutte le indecisioni e le sbavature del predecessore "Drudenhaus", il quale non era che un (acerbo) tentativo di cambiare rotta dall'orripilante e noioso primo album "Exile", il gruppo ora sfoggia un album maturo, pulito e deciso, scatenandosi in quello che risulta essere il miglior capitolo della breve discografia.
Un capitolo che, come avete potuto notare dalla prima frase della recensione, racchiude in sè una montagna di attributi che nonostante possano avere accezioni quasi opposte sembrano funzionare alla grande, basti sentire episodi come "Mother Anorexia": un connubio di caos e spigliata melodia suonati e vomitati alla velocità della luce sul palcoscenico dell'orrore convulso e cruento. Ma chi sono gli attori? Monsieur Hreidmarr che digrigna e urla chissà che cosa trucidando la sua gola e sfondandoci il nostro povero apparato uditivo (as ususal), M. Stefan Bayle, il cui compito è violentare la chitarra fino a farla sanguinare, M. Pierre Couquet con i suoi colpi di basso affilato e instancabile, M. Nilcas Vant che trapana inesorabilmente ogni singolo brano con vibranti blast beats e, infine, la punta di diamante Neb Xort che ha il compito di giocherellare sadicamente con le sue amate tastiere, sibilanti e crudeli come il demonio.
Alcuni componenti della band sono migliorati rispetto a prima: il batterista, prima di tutto, non pare più che stia suonando a 10 miglia di distanza, il chitarrista finalmente SUONA, mentre prima produceva solo un insopportabile ronzio che sembrava provenire da un vespaio impazzito incastrato nel sacco di un'aspirapolvere in tilt, infine il cantante viene posto lievemente più in primo piano (e meno male, fosse stato più forte di così si sarebbe sfondato il lettore cd).
Nel complesso i brani sono agili, potenti e mai scontati grazie agli interventi precisi e puntuali del sopracitato Xort e, cosa da non trascurare, al cantato pulito e teatrale di Hreidmarr, il quale non solo si limita a cimentarsi in urla acutissime ma anche in azzardate clean vocals in francese che contribuiscono certamente a rendere più variegata la struttura delle canzoni (vedasi "Le Portail de la Vierge" e "Chatiment de la Rose").
Altre volte sbucano dal nulla delle vocals femminili ("Mother Anorexia"; "Stabat Mater Dolorosa"), sensuali e oserei dire quasi vampiresche, e il risultato non può che essere positivo per un album così malvagio.
Altrettanto malvagie sono le folli risate alla fine del brano "The Altar of Holocausts", e proprio mentre questo si appresta a concludersi e noi ci prepariamo al successivo martirio, ecco la sorpresa delle sorprese: un magnifico pezzo eseguito interamente al pianoforte intitolato "Hail Tyranny", altri non è che un'impeccabile cover del celebre "Prelude in C# Minor" di Rachmaninov. Tre minuti stupendi che passano come tre secondi.
Per chiuderla qui, consiglierei l'album a chi vuole provare qualcosa di diverso dal solito Symphonic Black Metal infestato ormai da gruppi scialbi come Cradle of Filth o i Dimmu Borgir dell'ultimo periodo. Guarda caso Hreidmarr è stato spesso paragonato a Dani Filth per i suoi frequenti acuti o anche a Shagrath, ma credo che nessuno dei due sia in grado di raggiungere i suoi livelli. Gli AN sono una band che sa proprio il fatto suo e lo dimostrano sia qui che nel successore "Redemption Process". Non me ne vogliate, ma cinque stelle mi sembra appropriato, forse anche perchè provo un po' di simpatia per questi cinque gentili signori francesi...
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