Un gigante dai piedi d'argilla. Ecco cos'è Avengers: Infinity War. Un parto epocale, un'attesa infinita, una serie sterminata di anticipazioni, presunti spoiler, speculazioni, interviste, speciali. E poi? La più banale delle storie. È questo il paradosso dell'ultimo megaprodotto di casa Marvel. Tutto è curato alla perfezione, tutto è grandioso, ma manca la sapidità di una vicenda interessante, un po' meno telefonata, con un cattivo davvero affascinante e credibile, con delle tragedie lancinanti, con una tensione realmente nefasta.
Invece, come nel precedente Black Panther, il tentativo di salire di un gradino nella scala dei valori non fa altro che mettere in risalto i limiti, enormi, del mondo dei cinecomic. Sono storie tutto sommato puerili, abbastanza grossolane, che la pur notevole finezza dei copioni e la non indifferente qualità delle interpretazioni non possono affrancare dal loro status di narrazioni minori, adolescenziali, prettamente ludiche.
Infinity War fallisce negli unici aspetti per i quali era atteso al varco. La forza tragica del cattivo, Thanos, al quale si chiedeva di essere qualcosa di più di un semplice energumeno fissato con la distruzione, e il passaggio a un mondo finalmente adulto, nel quale anche gli eroi muoiono, definitivamente. Entrambe le aspettative sono disattese: Thanos è solo nei modi un nemico diverso, quasi un saggio cultore del male. Di fatto, la sua condotta è puramente ricattatoria e la sua missione è argomentata con la semplice, sconcertante volontà di [qui c'è un'anticipazione] dimezzare la popolazione dell'universo, così da poter stare un po' più larghi [fine]. Anche la sua vicenda con la figlia adottiva Gamora non serve a modellare un carattere a tutto tondo, ma si inserisce in modo contraddittorio in una figura puramente malvagia e bidimensionale.
La morte dei buoni fa capolino nel mondo Marvel. Non poteva farlo in modo peggiore. [Altra anticipazione] D'accordo, qualcuno muore, ma si tratta di personaggi minori, oppure in aria di probabile resurrezione. E anche la catastrofe finale è da paraculi: muoiono quasi tutti, ma è solare che nel prossimo capitolo si tornerà indietro nel tempo e si eviterà la carneficina. Una trovata degna di Akira Toriyama [fine]. Insomma, il più grosso tentativo da parte del cinema sui supereroi di fare un grande balzo in avanti ne dimostra ancora una volta la dimensione limitata, circoscritta ad alcune regole di continuity rigide, invalicabili, che poco si confanno allo spirito del grande cinema.
La storia poi è auto-svolta. Una volta poste tante e tali premesse, tutto lo sviluppo appare all'orizzonte come inevitabile. Lo dicono gli eroi stessi, Thanos è già imbattibile per loro dopo aver raccolto due gemme. Si immagini quindi quanto può risultare accattivante un film di quasi tre ore con un energumeno che nessuno può sconfiggere.
Certo, i filoni narrativi sono tanti e ben intrecciati, su questo la Marvel è insuperabile. Ma sanno tanto di digressioni centrifughe che servono soprattutto a far conoscere gli eroi tra di loro (perché la continuity viene prima di tutto), mentre gli esiti delle loro azioni sono pressoché già scritti. Insomma, tante mosche che si dimenano nella stanza del ragazzone viola con la paletta per schiacciarle. Ma poi ritorneranno, devono ritornare.
A chi dice che ironia e dramma si mescolano in modo magistrale, alternandosi in modo repentino, rispondo che al contrario questo film dimostra l'incapacità di creare una vera tensione tragica. Anche le peggiori nefandezze vengono superate velocemente, perché il target commerciale del prodotto non può restringersi. Non c'è tempo per piangere sui cadaveri, e nemmeno la voglia di farlo. Le battute restano ottime, su questo non ci piove, ma è l'intenzione complessiva a far storcere il naso. Soprattutto dopo dieci anni, serviva una svolta più decisa.
Tra i tanti, innumerevoli, marchingegni, le astronavi, le corazze nuove, i bracci meccanici e gli scudi, qualche momento di sano godimento c'è, questo è indubbio. La scena forse più bella l'ho vista sì e no, perché m'è calata leggermente la palpebra, essendo le 2.30 di notte. Ma non dubito che sia stata fichissima, come tutte le altre. Non era quello l'esame (di recupero) a cui si doveva sottoporre questo film.
6/10
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