Mercoledì 18 gennaio 2012, Rai Movie ore 21.05: serata speciale, forse... aggiungerei.
Si programma un film del 1996, o 1997? Non ha molta importanza, ha vinto 9 statuette sacre, quelle degli Oscar. Se lo hai visto lo rivedi, se non lo hai mai visto è meglio che ti prepari: 162 minuti, non proprio tutti splendidi, che racchiudono le vicende di personaggi fuori dal tempo, fuori dal pensare comune, fuori dalle loro stesse abitudini di vita, almeno sino a quel momento di consapevolezza dell'inevitabile, che li porterà in volo alla ricerca della libertà sognata e che, come fossero delle falene attratte dalla luce, li porterà alla loro distruzione fisica.
Ma perché sottolineo fisica?... ebbene, perché di quella si tratta: sono due persone che si scoprono inscindibilmente legate da un sentimento che inizialmente, seppure in modo diverso, lui sprezzante e provocatorio [Odio essere posseduto!], lei stupidamente femmina offesa dalla verità, tentano di arginare, ma, ahimè, inutilmente! Resteranno solo le parole, il ricordo, le immagini evocate dalla memoria dolorosa della perdita di una parte di se stesso, la sua Katharine, in quella caverna che diventa riparo prima e tomba dopo.
Questo è per chi scrive il nocciolo del racconto: una storia d'amore che cerca di farsi spazio fra un'infinità di ostacoli veri , la guerra, e falsi, l'ipocrisia della buona società inglese fine anni trenta.
Fra Nord Africa e Toscana, la storia prende corpo con un alternarsi temporale veramente originale, infatti i flashback vengono utilizzati in modo non sequenziale, utilizzando l'onda emotiva, più che l'onda dei ricordi in ordine di accadimento.
Il conte ungherese Laszlo de Almasy, cartografo di sua Maestà Britannica, incontra Katharine, già sposata ad un corrispondente inglese, nel nord Africa della seconda guerra mondiale; fra i due scocca la scintilla, che li porterà ad un tragico finale. Tutto questo ci viene raccontato da una persona che non ha un'identità chiara all'inizio del film, ma è conosciuto come "il paziente inglese", uomo sfigurato ed irriconoscibile, che dopo la caduta del suo aereo è stato mantenuto in vita grazie alle cure sollecite di una giovane infermiera canadese (l'ambiente è quello calmo e pacato di un monastero nelle campagne senesi).
Tutti gli altri personaggi fanno da contorno, come le altre storie che si intrecciano, ma non riescono a farti perdere il filo del racconto principale.
Molto bella la fotografia, inquadrature aeree mozzafiato, utilizzo di piani sequenza dall'effetto sfumato, che ti accompagnano nel passaggio atraumatico fra ambiente interno ed esterno, onde di sabbia che si trasformano in pieghe morbide e fluttuanti di lenzuola su un letto sfatto...
Se si dovesse cercare il prototipo di film da Oscar, pur non essendo un capolavoro in senso stretto, penso che The english patient sia quello giusto, anche se per molti è un film troppo lungo, troppo romantico e dal finale [troppo struggente]: posso solo aggiungere che dopo tanti anni ricordavo molto bene tutte le scene principali, ma io appartengo alla categoria "stupid and romantic english woman".
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