Qui si va sul sicuro: siamo al cospetto di un Capolavoro, forse dimenticato, senz'altro non recensito, almeno fino a questo momento; ma sicuramente un Capolavoro cui è ora di rendere giustizia!

Scritto a due mani da Harry Williamson e Anthony Phillips nel 1975, ebbe una lunga e sofferta gestazione, tanto da essere pubblicato solo nel 1988. In origine "Tarka" avrebbe dovuto rappresentare la colonna sonora del film "Tarka the Otter" tratto dall'omonima e premiata novella del padre di Williamson, Henry che l'aveva pubblicata nel 1927; ha per protagonista la lontra "Tarka", descritta nei suoi usi ed habitat fra i fiumi del North Devon (GB). Per motivi economici in realtà non se ne fece nulla ed il film con la simpatica protagonista usci con altro accompagnamento sonoro, peccato!

Dei due autori, senz'altro il più celebre è Anthony chitarrista, fondatore dei Genesis e coautore dei primi due album del gruppo, che lasciò improvvisamente durante la fabbricazione di "Nursery Crime" verso la fine del 1970, quando già "The Musical Box" si poteva dire composta. Nello stesso anno incontra Harry Williamson, col quale inizia una fruttuosa collaborazione arricchitasi negli anni con la composizione di altri lavori come "Gypsy Suite" del 1976. Entrambi svilupparono in seguito il loro genio compositivo e perché no: esecutivo, con numerose collaborazioni, ma "Tarka" resta un vertice difficilmente avvicinabile per i due autori: all'epoca poco più (Williamson) o poco meno che ventenni.........

L'opera è stata concepita con larghi mezzi, vista l'iniziale destinazione, e registrata con la National Philarmonic Orchestra; si compone di quattro movimenti della durata complessiva di 50 minuti e rappresenta quasi un unicum nel genere, anche se grandi gruppi ed autori s'erano già avvalsi del contributo orchestrale. Mi viene in particolare in mente "The Orchestral Tubular Bells" che fra l'altro vide la luce nel medesimo anno ed ancor prima i primi lavori di Rick Wakeman, volti però a mettere in luce le capacità esecutive del celebre tastierista degli Yes. Nel caso di Mike Oldfield invece si tratta di una sorta di "deformazione orchestrale" della celebre composizione monoesecutiva, mentre qui abbiamo un lavoro direttamente concepito per essa, sebbene qua è la affiorino i contributi dei due compositori, eccellenti interpreti della chitarra classica e non, nonchè degli illustri ospiti. Altro capolavoro nostrano, a me molto caro che venne alla luce in quegli anni ed accostabile a "Tarka" è poi ".....di Terra" (BMS), di cui non finirò mai di tessere le lodi.

Ciò che colpisce principalmente in quest'opera sinfonica è l'ampiezza ed armonia compositiva, qua è là ammorbidita da delicati intermezzi descrittivi; senza un momento ripetitivo, "Tarka" scorre via che è un piacere e non s'azzarda a stancare l'ascoltatore, neppure quello meno avezzo a questo genere musicale. Durante il suo sviluppo l'opera alterna momenti epici, a fraseggi commoventi come il finale: "The Anthem", vero "Inno" alla bellezza ed armonia di madre Natura in cui si muove indisturbata la protagonista.

Concludo sottolineando le blasonate e rilevanti collaborazioni del batterista dei Van der Graaf: Guy Evans ed il flautista dei Gong: Didier Malherbe...........e naturalmente che "Tarka" non può mancare dalla vostra Discoteca. Incisione digitale degna di nota, giudizio scontato.

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