Doverosamente completo la recensione di quest'album "composito" di Anthony Phillips la cui seconda parte accorpa, per ragioni evidentemente commerciali, i primi due movimenti di "Tarka", album che ho già interamente recensito e pure nato dalla collaborazione col chitarrista e compositore Harry Williamson. Ragioni commerciali in vero incomprensibili per lo spezzatino di un capolavoro (unitario) qual'è "Tarka, mah.
Venendo a Gypsy Suite, uscito nel 1995, ma composto diversi anni prima, ben venti stando a quanto riportano i loro biografi, son certo piacerà assai agli amanti della chitarra in tutte le sue declinazioni, qui abbastanza ben sviluppate e specialmente nel primo movimento "First Light" ricorderà discretamente i primi Genesis, gruppo che Anthony fondò agli albori dei mitici anni '70.
Gli altri movimenti sono tutti una fulgida dimostrazione delle indubbie qualità dei due maestri, in particolare "The Crystal Ball", forse il brano più riuscito del lotto, dove Anthony imbraccia la chitarra a 12 corde, mentre Williamson s'accontenta di quella a 6: il connubbio, privo d'ulteriori orpelli musicali è davvero efficace e ritmicamente impagabile.
Mi fermo qui, anche perché scrivo di una trentina di minuti scarsi di composizioni sostanzialmente omogenee e rivolte ad un pubblico limitato, ma dai gusti indirizzati e forbiti.
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