"Planetary Confinement" è l'ultimo album degli Antimatter con Duncan Patterson, tant'è che registerà i brani lontano dalla band. Il lavoro è diviso in due sessioni, una registrata in Irlanda da Duncan e un'altra in Inghilterra da Mick. I due si spartiscono equamente il numero di canzoni da incidere; Patterson porta con se Amélie Festa per registrare i brani, mentre Stephen Huges sostituisce l'ex Anathema nelle sessioni di Mick, ma nonostante questi particolari "tecnici" il Cd è una perla e Duncan non poteva dare un addio migliore.

Un disco sublime dalla prima all'ultima traccia. Diviso tra il canto di Mick Moss e la voce femminile di Amélie Festa, che si alternano traccia per traccia cantando un brano a testa sino alla fine. L'album ha delle atmosfere bellissime: accordi acustici che trasudano emozione, passaggi al piano semplici ma bellissimi, per non parlare del lavoro che riesce a fare il violino che con le sue note trasporta l'ascoltatore in un mare di malinconia che non sembra avere ritorno.Tutto si amalagama alla perfezione in un intrecciarsi di suoni ed emozioni. L'ascoltatore è trasportato nel mondo degli Antimatter in maniera dolce, quasi da non accorgersene, ma sin da subito si respira un'atmosfera che spinge a scavare nei luoghi più nascosti di noi stessi. La musica fa pensare ad un cielo grigio, con tante goccie di pioggia che cadendo bagnano il terreno, o che magari bagnano proprio noi, con l'acqua che scorre sui nostri volti e che cade dai nostri occhi, come se fosse una lacrima, una goccia nella quale risiedono le emozioni di ognuno, gioia o dolore che sia...

L'album ha inizio con una breve intro di pianoforte e da lì non ha un solo attimo di calo, sia che vogliate farvi trasportare dalle malinconiche note di "Epitaph" e "Legions", sia che vogliate immergervi nella bellissima voce di Amélie in canzoni come "Mr. White" (ben riuscita cover dei Trouble) e "Relapse". La conclusione del disco, "Eternity 24" (il titolo è forse un richiamo agli Anathema..?), è una lunga strumentale ambient, dove le uniche voci sono solo dei lievi e confusi sottofondi, degna conclusione dell'opera, che con il suo andare lento e introspettivo prepara l'ascoltatore ad uscire dal "viaggio" intrapreso ascoltando questo disco.

Uno degli album più emozionanti che abbia mai ascoltato. Lo consiglio caldamente ad ogni amante della musica, ascoltatelo almeno una volta.

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