"Shooter" è uno di quei rari esempi in cui l'azione, la spettacolarità tipica dei blockbuster d'oltreoceano si unisce ad una critica (neanche troppo velata) alle scelte politiche americane.
Il film racconta la storia del tiratore scelto Bob Lee Swagger (interpretato da un buon Mark Wahlberg), che tornato da un'esperienza militare in Etiopia si ritira ad una vita tranquilla. verrà richiamato dal colonnello Johnson (Danny Glover) per dover sventare un presunto attacco terroristico nei confronti del Presidente degli Stati Uniti. Si accorgerà di essere cascato in un complotto nei suoi confronti, da cui tenterà di fuggire con tutte le forze che gli sono rimaste.
A leggerla così sembrerebbe la solita solfa sparatutto americana con il patriottismo in prima linea. Ma quello che emerge dal film di Antoine Fuqua, uscito nelle sale nel 2007, è una visione critica della realtà militare e politica americana. Viene detto che in Iraq non ci sono state armi di distruzione di massa, viene smantellato il sistema politico statunitense che per come ci viene raccontato sembra essere tutto basato sui favori, l'impunità, la non dignità degli uomini, il complottismo (anche se probabilmente non serviva certo questo film per capirlo).
Così nell'era delle monumentali schermaglie in 3d, delle pubblicità fantasmagoriche, "Shooter", grazie anche ad un buon budget, è si un film d'azione, con scene spettacolari e sparatorie degne del buon vecchio Rambo, ma è anche una pellicola che non si fa problemi a pungolare la politica statunitense, a volte con ironia, a volte con cupo cinismo.
"Tu non capisci, quelli hanno ucciso il mio cane".
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