Anton Corbijn, celebre fotografo olandese, ha esordito nel cinema nel 2007 con "Control", un film che riflette il suo amore per la fotografia in bianco e nero e la sua profonda connessione personale con i Joy Division. Amico e fan della band, Corbijn ha dichiarato che la loro musica lo ha spinto ad intraprendere la sua carriera. Non sorprende, quindi, che il film sia quasi perfetto nella sua struttura, fotografia e colonna sonora, catturando l'essenza grigia, fredda e desolata di Manchester negli anni '70.
La storia segue Ian Curtis, interpretato magistralmente da Sam Riley, dall'adolescenza fino alla sua tragica fine a soli 23 anni. Curtis, tormentato dal successo dei Joy Division e dal peso della sua vita personale — matrimonio, paternità e malattia epilettica — si trova sempre più intrappolato in una spirale senza via d’uscita, peggiorata dalla rapidissima ascesa della band e dal suo incontro con una giovane fan e giornalista dilettante, la fascinosa ed esotica Annik Honoré (Alexandra Maria). Corbijn, che aveva conosciuto la band nel 1979, infonde nel film un tocco personale, dando vita a un ritratto realistico del frontman e della scena musicale di quegli anni.
Il film è basato sulla biografia scritta nel 1995 da Deborah, la moglie di Ian, con tono sorprendentemente rancoroso nonostante i 15 anni anni trascorsi dalle vicende narrate. È interessante notare come molte ex compagne di uomini famosi tendano a dipingere i loro partner sotto una luce negativa, ma Corbijn riesce a smorzare queste sfumature, mantenendo il focus sulla complessità di Curtis come artista.
Sam Riley, nonostante l'unica piccola discrepanza degli occhi scuri rispetto agli occhi azzurri di Curtis, offre un’interpretazione impeccabile, cogliendo i manierismi e la fragilità emotiva del musicista. La scelta di Riley al posto di Cillian Murphy, scartato per la differenza di altezza, si rivela perfetta per restituire l'imponenza fisica e psicologica di Curtis. Per gli amanti dei dettagli, Curtis era alto 1,85m, come Riley, mentre Murphy è alto “solo" 1,70m.
"Control" non ha avuto la risonanza commerciale di altre biopic su icone come Freddie Mercury o Elton John, ma eccelle nella sua sobrietà, nella fotografia e nel raccontare una storia tragica. Corbijn crea una narrazione che ricorda una tragedia greca: l'eroe giovane e talentuoso, travolto dal senso di colpa, intrappolato da forze che non può controllare, e una figura femminile, Annick, enigmatica e fatale.
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