- I Live di Telespalla N°2 -

"La musica folkloristica è quella che fa il popolo per divertire le classi sociali più elevate. La musica etnica invece è quella che fa il popolo per se stesso." (Fabrizio de André)

Anche in questo numero vi porterò nelle atmosfere e nelle musiche della 28° edizione del Roccella Jazz Festival. Le serate concertistiche erano composte, in genere, da due concerti ognuno di una durata tra i 60 e i 90 minuti. In questa edizione Polistena ha ospitato due serate: la prima prevedeva il solo Steve Coleman, la seconda un doppio concerto. Nelle righe seguenti sarà descritta proprio quest'ultima. Lo scenario avrebbe potuto ingannare chi non era informato: un palco in un piccolo borgo dell'Appennino Calabro, una scena che si potrebbe adattare di più al concerto finale di una festa patronale. Ciononostante i nomi erano da grande palcoscenico e forse questo luogo apparentemente inadatto si è rivelato perfetto per un ferragosto vissuto sotto l'ala di grande musica. Si è cominciati alle ore 22.

Antonello Salis (nella foto) guizza letteralmente sul palco vestito con bandana, maglietta da mare e jeans e comincia a suonare senza rivolgere una parola al pubblico. Il suo unico interesse sembra quello d'inebriarci con la fisarmonica mostrando un rapporto totalizzante tra musicista e strumento che permette ad entrambi di offrire al massimo le proprie potenzialità. Assistere ad un concerto per sola fisarmonica non è facile (soprattutto se è la prima volta che ti capita, com'è stato per il sottoscritto) perché ci vuole una mentalità particolare che guadagni solo dopo anni di esperienza Live. Gli occhi e le orecchie si possono dedicare in maniera totale al singolo musicista ma paradossalmente diventa complicato comprendere certe sfumature. L'esecuzione di Salis è eccellente, sia dal punto di vista stilistico sia sul lato emozionale. La musica è a metà tra improvvisazioni suggestive e presentazione di brani famosi tra cui Antonia di Pat Metheny. Inoltre ha dimostrato un grande rispetto nei confronti del pubblico. Verso la fine del suo concerto ha cominciato a piovere, inconveniente grave per un'esibizione all'aperto. L'organizzazione voleva fermare la serata e lo dimostra con un gesto perentorio: spegne le luci sul palco. Salis non se ne preoccupa e continua a suonare tra gli applausi di un pubblico entusiasta, a tal punto che un signore dietro di me ha detto: "Meriterebbe un applauso a scena aperta ma non voglio rovinare questo momento".

Dopo circa un'ora eccoci alla seconda parte con Mimmo Epifani, importante suonatore di mandolino il quale porta in giro per l'Italia la musica da barberia, canzoni popolari originarie dell'Alto Salento in particolare di San Vito dei Normanni. Sale sul palco insieme alla sua band, gli Epifani Barbers, e a Giorgia Santoro, abile suonatrice di flauto e tamburello. Epifani è più estroverso e subito attira il pubblico attorno a sé, introducendoci le sue canzoni in dialetto pugliese dimostrandosi intenzionato a "sfidare" la pioggia con la partecipazione degli spettatori. Il pubblico lo segue e il cielo sembra rispondere al suo appello: la pioggia infatti cessa. è bello pensare che la Musica offra magie di questo tipo. Le sonorità sono affascinanti, divertenti e figlie della musica etnica e di quelle sfumature culturali. Sotto al palco si canta, si fanno girotondi e si balla la tarantella per la gioia dei sensi, tutti. La partecipazione della gente è totale, qualcosa d'altri tempi.

Il gran finale si raggiunge in un bis che si trasforma in una session finale superba. Salis sale sul palco e diventa protagonista di un clima musicalmente esaltante. Si arriva all'apoteosi artistica e culturale: una festa per gli occhi e per l'anima in un mix esplosivo e spettacolare. Alla fine può essere solo una standing ovation, meritata senza alcun dubbio.

Alla fine riesco anche a vivere un momento personale molto carino: chiedendo ad Epifani l'autografo risponde così: "L'autografo? A me lo chiedete? Andate a farvelo fare dal maestro Salis". Bilancio: li porto a casa entrambi. Tornando a Reggio Calabria a fine serata penso "nella mia vita vedrò musicisti migliori di questi ma l'atmosfera e la magia che mi hanno offerto stasera non me la darà probabilmente nessuno!" Credetemi, per un concerto del genere qualsiasi stella sarebbe superflua.

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