Molti estimatori storici di Venditti si incazzarono non poco quando l'Antonello Nazionale ci mostrò senza riserva alcuna il suo "Cuore". Era luglio 1984: gli anni della contestazione erano ormai un lontanissimo ricordo, erano bensì gli anni degli eccessi e della mondanità, di Craxi e di Reagan. Anche la musica di consumo subiva una radicale trasformazione: se dal punto di vista compositivo la struttura musicale si semplificava privilegiando il trasporto emozionale e ritmico, nella strumentazione entravano prepotentemente novità assolute come il sintetizzatore programmabile fairlight, le batterie elettroniche Linn e Simmons ed il missaggio digitale. Il tutto si mescolava insieme per creare un suono corposo, patinato, limpido, morbido e potente nel contempo, di una pulizia e freschezza mai sentiti prima e di cui Peter Gabriel ne era stato il più noto precursore.

"Cuore" musicalmente è tutto questo: nonostante abbia compiuto più di 23 anni, non suona affatto vecchio, tutt'altro! Ed è evidente la frattura netta rispetto al precedente "Sotto la pioggia" (1982) che, al confronto, sembra molto più datato dei soli due anni che lo separa dal lavoro in questione. Trattasi altresì del primo disco missato interamente con tecnica digitale Mitsubishi DBX700.

All'immediatezza musicale si sovrappone un'immediatezza lirica inedita e spontanea (anticipata da "Grazie Roma" l'anno precedente): Antonello in questo disco si sfoga, si libera con vigorosa convinzione dei suoi tormenti interiori, e proprio per questo "Cuore" è un disco sincero, commovente, assolutamente non artificioso, che trasmette all'ascoltatore consistente energia e buon umore.

Nessuna caduta di tono in questi otto brani, di cui ben cinque diventeranno da subito autentici ed imprescindibili capisaldi della produzione Vendittiana tutta: l'ispiratissima "Notte prima degli esami" (tutta al piano col celebre finale in crescendo orchestrale), la fotografica "Qui", il tormentone "Ci vorrebbe un amico", il reggae elettrico di "Piero e Cinzia" e la stupenda "Stella", un sincero inno alla speranza privo di retorica.

Ma sarebbe ingiusto non citare "Mai nessun video mai" (suggestive le note limpide di pianoforte che suonano la melodia del ritornello), la potente "Non è la cocaina" (con due minuti di coda strumentale tra soli di tastiere e di chitarra elettrica, conditi con sfuriate di Simmons) e soprattutto la divertentissima "L'ottimista", efficace satira del socialista al potere che di "socialista" aveva meno che niente. Il brano, che all'epoca fece adirare i craxiani (celebre è l'ammonizione di Bobo Craxi), visto col senno di poi è nettamente in anticipo sui tempi: il verso "ha uno sguardo serio e corrucciato quando parla a lungo dello Stato, ma poi s'illumina d'immenso quando viene l'ora di pranzo" ci riporta alla mente l'inchiesta "Mani Pulite" che solo otto anni dopo farà finalmente luce su tutto il "magna-magna" di quella classe politica di cui tutti sapevano ma di cui nessuno parlava (per la cronaca, lo farà Beppe Grillo a Sanremo 1986 con la famosa battuta sui socialisti in Cina, e gli costerà una lunga epurazione dalla TV di stato).

La discografia essenziale di Venditti si può idealmente scindere in tre fasi: quella "impegnata" (1972-1977), quella "transitoria" (1978-1982) e quella "sentimentale" (1983-1992) che trovano rispettivamente in "Lilly" (il capolavoro assoluto, a parere di chi scrive, e primo grande riscontro di pubblico, 1975), in "Sotto il segno dei pesci" (best-seller italiano del 1978) e in "Cuore" le massime espressioni.

Dalla seconda metà degli anni'80 fino ai primi '90 la musica di Venditti ricalcherà quanto tracciato da "Cuore", seppur con qualche sbavatura di troppo, ma consegnerà al cantautore un ancora maggiore successo, senza precedenti: "Cuore" sarà il disco italiano di inediti più venduto tra il 1984 ed il 1985, "Venditti e Segreti" lo sarà nel 1986-1987, "In questo mondo di ladri" (1.500.000 copie!) nel 1988-1989, "Benvenuti in Paradiso" (ancora 1.500.000 copie!) nel 1991-1992.

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