Disolito a me piace recensire artisti che adoro(Pino Scotto, Ozzy Osbourne, Samuele Bersani, Renato Zero, ecc...) e oggi non farò eccezione dato che farò la recensione di un uomo che a mio avviso è più di un artista... Antonello Venditti!

Il disco in questione è '' L' orso bruno '' ovvero il secondo disco del cantautore romano e il primo da solista dopo il lavoro con De Gregori '' Theorius Campus '', questo a mio avviso è l' opera migliore partorita dall' uomo di cultura.

Il tutto inizia con '' E Li Ponti So' Soli '' ovvero un pezzo che parla di una vecchia barbona romana che parla della sua vita a Roma, il tutto cantato in dialetto dal nostro cantautore preferito.

'' L' uomo Di Pane '' è un altro pezzo molto impegnato nel sociale dove si fare diversi riferimenti storici per descrivere ancora di più la splendida Roma.

La terza traccia del disco è '' L' Entrata Della Fabbrica '' dove c' è la partecipazione di Francesco De Gregori che aiuta l' Antonello nazionale per la parte strumentale, a livello testuale è anch' essa molto impegnata ed è da ascoltare mentre magari ti bevi una tazzina di tè.

'' Lontana E' Milano '' è sicuramente uno dei pezzi più conosciuti per chi segue Antonello dagli esordi... che dire... pezzo incredibile come tutti gli altri del disco e qui in particolare troviamo il pop sinfonico che tanto ci piaceva in Venditti all' inizio degli anni 70'.

E' tempo della title track... io mi chiedo come ha fatto il cantautore ha creare un' opera così ben delineata ovunque... anche nei particolari, oltre alla MAGISTRALE parte strumentale... il testo è egualmente fantastico dove si parla ovviamente di un orso bruno e del rispetto che noi dobbiamo avere nei suoi confronti(chi caccia questi povere bestie si dovrebbe solo vergognare).

Dopo un' enorme vampata di aria buona, Antonello ci porta in altri luoghi a noi sconosciuti con la poetica '' Il Mare Di Jan '' che a mio avviso è la seconda migliore canzone dopo la title track... questo pezzo racconta una storia bellissima con un sottofondo musicale grandioso e a momenti cupo e tenebroso(più o meno nella parte centrale del pezzo).

Conoscendo Venditti non poteva certo mancare una canzone d' amore e allora eccoci con '' Dove '' dove Antonello ha più sonorità anni 80' rispetto al resto del disco dove ci sono musiche anni 70' ma in ogni caso l' opera testualmente è pur sempre fantastica e sarebbe bene(come tutte le altre canzoni dell' album) approfondirla cercando di trovarne anche dei significati letterali.

Il capolavoro di Antonello Venditti si chiude con '' Sottopassaggio '' dove possiamo trovare come sempre una grande musica ma soprattutto anche un grandissimo testo molto profondo... a mio avviso questa è la migliore canzone italiana di sempre a livello di testo, per quelli che ascoltano con distacco non vi consiglio questo pezzo ma per chi vuole arrivare ad avere una cultura completa dovreste dargli anche 4-5 ascolti.

Non c' è molto altro da dire... come avete capito dalla recensione questo è il mio disco italiano preferito di sempre... per chi vuole sempre e solo musica di qualità ed è interessato alla cultura e alla letteratura ve lo consiglio a pieno ma per chi si accontenta di ascolti veloci e '' zippati '' questo disco non è ASSOLUTAMENTE roba per voi! 

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