1986. A due anni da "Cuore", secondo capitolo del quartetto sentimentale di Antonello Venditti, ormai avviato verso il suo nuovo corso. Album che in parte riprende il precedente ma sa (ancora) essere originale e spontaneo. Punto di forza e di debolezza di questo disco il non avere una canzone "fortissima", nemmeno la quasi title-track. Ma andiamo con ordine. "Peppino" è una dolce melodia sull'amore del padre per un figlio, che Antonello ha dedicato a Francesco Saverio, come dichiarato in un'intervista. Liriche semplici, melodia che ben si adatta al testo, anche se già si intravede la mancanza, soprattutto nelle canzoni sentimentali, di variazioni di vocabolario. "Questa insostenibile leggerezza dell'essere" cita chiaramente il romanzo di Milan Kundera, pubblicato due anni prima, per parlare del mondo degli anni '80, dove l'estetica sembra aver trionfato sull'etica, e il finale "ti stai innamorando" sta a significare che i sentimenti hanno avuto la meglio sull'impegno politico del decennio precedente. "Giulio Cesare" è la "Compagno di scuola" del nuovo decennio, indovinata nella musica e nel testo, qui ancora vario e ricco di riferimenti storici, ovviamente i Mondiali e la Giovane Italia. Quando la si ascolta passano davanti agli occhi gli anni del liceo... volente o nolente. Il lato A si chiude con la bella "Esterina", canzone su una palestinese che si integra in Italia, e il "Paolo, amico", è riferito a Papa Giovanni Paolo II. Venditti torna a parlare di religione, dopo episodi come "A Cristo". Notevole l'assolo di Marco Rinalduzzi nel finale, almeno quanto era convincente l'assolo di "Non è la cocaina", che occupa la medesima posizione, la quarta, nel disco "Cuore". Giriamo il vinile, e troviamo la quasi title-track, che ritengo la più debole tra le canzoni sentimentali del Nostro, sebbene una buona canzone, più allegra e positiva delle altre. Venditti allude a un diavoletto che è nel cuore della amata e di lui, dimostrando di costruire ancora scenari retorici significativi. "Rocky, Rambo e Sting" è un divertente episodio dove si passano in rassegna tre dei miti a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta. Ogni strofa descrive un personaggio, da citare il verso su Sting "lasciando sola la polizia", evidente allusione all'abbandono dei Police da parte di Gordon Matthew Summer. "Settembre" è una dolce ballata dove il sax di Enzo Avitabile gioca il suo ruolo decisivo, si allude alle stagioni e agli agenti atmosferici, che ritorneranno in "Vento selvaggio" e in "Piove su Roma", ad esempio. Chiude il disco "C'è un cuore che batte nel cuore", la canzone su Roma di questo disco, commovente, e che descrive la rabbia della gente di quartiere, della gente semplice.
"Venditti e segreti" avrà un enorme riscontro commerciale (secondo album più venduto in Italia del 1986, appena sotto "True Blue" di Madonna e sopra(!) "Don Giovanni" di Lucio Battisti, album di ben altro spessore artistico), e Venditti sembra ottenerlo ancora con spontaneità ed ogni canzone ha un'atmosfera diversa, forse solo "Peppino" e "Settembre" sembrano somigliarsi. Anche se "Cuore" aveva qualcosa in più, ragion per cui possiamo considerare il lavoro di Venditti del 1986 come un episodio di transizione tra "l'esordio nel sentimentalismo" del 1984, dove però ancora c'era una grande inventiva ("Notte prima degli esami" su tutte) e "il sentimentalismo ruffiano" che avrà la sua "bella" apertura con "In questo mondo di ladri", dove la poetica del Nostro comincerà a far intravedere il drenaggio delle parole chiave dei suoi testi. Da segnalare anche in questo disco la presenza di Carlo Verdone alla batteria nella traccia 6. Profonda e introspettiva la foto di copertina, che sicuramente rende onore ad uno dei lavori "medi" del cantautore romano.
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