Secolo XIX. Durante la guerra civile fra Stati Uniti e Messico il capitano John Boyd (Guy Pearce) viene fatto prigioniero dai messicani. Riesce a fuggire e viene inviato in un fortino della Sierra Nevada abitato da strani personaggi. Tutto sembra andare tranquillamente fino a quando giungerà nei pressi del forte un uomo di nome Colqhoun (Robert Carlyle).

A volte si rimane maggiormente soddisfatti quando si assiste a qualcosa di positivo senza conoscerne minimamente l'esistenza. L'insaziabile è infatti, un film quasi del tutto sonosciuto che è stato poco pubblicizzato ma che come molte volte accade, è sicuramente migliore delle decine e decine di cagate che puntualmente ci vengono sbattute sulle schermo ogni anno a suon di milioni di dollari. Diretto da Antonia Bird (di cui sinceramente non avevo mai sentito parlare), "L'insaziabile" è un'opera decisamente complicata, costantemente in bilico tra il thriller e l'horror. Elemento scatenante dell'intera vicenda è uno dei temi più scabrosi con cui l'uomo si è dovuto confrontare: il cannibalismo. Parlando di questo il primo cassetto della mente che si apre ci parla del nostrano Cannibal Holocaust, perla di violenza inaudita. Il lungometraggio della Bird ha poco da spartire con il film di Deodato, se non il tema principale, cioè quel cannibalismo che richiama alla memoria antiche storie di sangue o reali pratiche ancora in uso in diverse tribù sparse per il globo. Antonia Bird unisce nel suo film le credenze sul cannibalismo con rimandi di licantropia, cioè l'essere costretti a subire per il resto della vita l'infamia di mangiare dei simili. L'intera opera si muove su un gioco continuo di rimandi ad avvenimenti passati, uccisioni e soprattutto paura. Paura anche dell'amico più fedele, che potrebbe nascondere celate voglie di "cibo". Non mancano quindi scene forti, anche se la regista non calca troppo la mano in questo senso.

Questo terrore cannibale nel prossimo è ben trasportato sullo schermo dal titubante personaggio di Guy Pearce, capitano dell'esercito americano poco convinto del suo ruolo. Il vero "mattatore" (in ogni senso) del film è però Robert Carlyle nei panni prima del reduce cannibale e poi di un ufficiale. La storia dei due personaggi si intreccia in un'unica figura, splendidamente rievocata dall'attore, che impersona uno dei ruoli più infami che io abbia mai visto in un film.

"L'insaziabile", titolo originale "Ravenous", è un film crudo e gelido, impreziosito da una colonna sonora che ricorda vagamente il Neil Young che ha prestato la sua chitarra in "Dead Man", film da cui la Bird riprende la violenza e l'onirica presenza di alcune scene. Dispiace che un film del genere, tanto interessante quanto violento, sia poco conosciuto dal grande pubblico. Per carità non siamo di fronte ad un capolavoro epocale, ma il film della Bird si lascia guardare e non disdegna pugni allo stomaco di assoluta efficacia. D'altronde L'insaziabile è una vittima del sistema cinematografico:uno dei tanti film che vengono sacrificati per il loro contenuto poco adatto al pubblico (sorte che è toccata per un certo periodo anche a The road dell'australiano John Hillcoat, che sembra dovrebbe uscire in Italia tra pochi giorni dopo mesi di negata distribuzione).

Il "Ravenous" di Antonia Bird è un film che intreccia con grande naturalezza diversi generi e che lascia uno strano senso di amaro in bocca...

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