Siamo nei primi giorni di primavera che precedono e un po’ anticipano una calda stagione;  siamo sommersi dalla quantità, e così siamo costretti a fiutare: inseguiamo profumi facendo la spola, come Bloodhound, giriamo in tondo quando perdiamo le tracce, di nuovo ritorna quell'odore che stavamo cercando, a testa alta, avanti e indietro, in un terreno stracolmo di cose, eccolo apparire, abbiamo finalmente trovato quel che stavamo cercando.

Si chiama “Ricomincio da qui” (Controrecords), il nuovo disco di Antonio Pignatiello. E’ un bel disco da camera. Tante le canzoni che racchiudono un po’ quel che è stato anche il percorso personale di questo artista, che confessa: “La fortuna ha fissato il nostro incontro a mezzanotte, in un caffè parigino. La conversazione è durata circa tre ore. La signora ha cenato con un sandwich e bevuto una birra calda. Era quasi l’alba quando ho potuta riaccompagnarla alla stazione”.

Si mescola ironia e surrealismo, calore e pathos. In questo disco appaiono anche ospiti speciali: il poeta-paesologo Franco Arminio e Pasquale Innarella che ha collaborato con Pignatiello e Giuliano Valori alla scrittura degli arrangiamenti.

A questi brani si aggiungono due cover “Parigi” di Paolo Conte, e “Tu No” di Piero Ciampi. 

Il disco si apre ufficialmente con “Folle”, un brano splendente, quasi inusuale, ma davvero molto piacevole, ‘L’ho composto di notte. Mi sono alzato l’ho registrato e poi sono tornato a dormire. – E aggiunge – Ha una struttura più immediata rispetto alle altre cose che compongo’. Forte la presenza del pianoforte, mentre le parole meritano di esser citate, e “Quando il sonno non arriva, quando il tempo non ha senso, quando anche l’ultimo bicchiere è ormai vuoto…”. Il testo è davvero molto interessante. Segue “Non Torna” che ci riporta alle atmosfere mediterranee con tanto di Banda di Lacedonia e GreciaC’è un destino perso, all'incrocio del porto, con dentro il tuo volto, nascosto a Livorno”. E mentre la musica procede in un crescendo, il messaggio arriva forte e chiaro, esplicito: “Tutto il resto non mi torna e non ritornerà, tutto il resto passa e torna ma non passa di qua”.

C’è poi “Cosa resta?”, perché “Sostiamo dentro valigie per ore, nell'attesa di un viaggio migliore, senza stazione, senza biglietto, senza un posto dove andare, resta poco di te”; impercettibilmente ci ritroviamo in Francia con ‘Camere Separate a Paris” e “Parigi”, mentre “tutto intorno è solamente pioggia e Francia”.

Si giunge così a “Viali della Verità” una poesia accompagnata dal pianoforte di Giuliano Valori a passeggiare in riva al mare, per tornare sotto abat-jour nell’incanto delle sue canzoni più intime, passando attraverso un momento di riflessione con "25 anni dopo" con Franco Arminio per raccontare del terremoto dell’80 in Irpinia.

Da citare ancora ‘Amori Clandestini’ ispirata ad ‘Altri Libertini’ di Pier Vittorio Tondelli, “Ricomincio da tre” chiaro omaggio a Massimo Troisi; un posto a parte meritano le due ‘Ninna Nanna’ frutto di una ricerca linguistica e storica che lo stesso autore ha svolto tra l’Irpinia e la Puglia. Il disco si chiude con una ghost track dal titolo "Si sta facendo sempre più tardi" ispirata all'omonimo libro di Antonio Tabucchi.

Finalmente, dopo tanto fiutare, possiamo tornare a casa contenti d’aver trovato un’opera d’arte di un giovane artista che dopo questo bel lavoro dovrà già pensare a mantenere alto il livello raggiunto, impresa difficile ma non impossibile per Antonio Pignatiello che sembra badare poco alle leggi imposte dal mercato discografico che tendono ad omologare tutto e tutti.

Dentro le canzoni di Pignatiello c’è umiltà e purezza, dunque, e c’è affanno e ricerca; c’è la voglia di continuare ad andare avanti, di prendere continuamente una posizione assumendosi le proprie responsabilità senza mai piegarsi, perché quando c’è la qualità, si avanza di gran lunga, a dispetto di quei prodotti commerciali inscatolati come tonni dall'odore nauseante.

Buon ascolto!

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