Agosto 1938, Salazar è già al potere da sei anni e il Portogallo, alleato di Germania e Italia, invia proprie truppe sul fronte spagnolo in appoggio alle truppe Franchiste. Il paese vive quindi in una situazione di regime analoga a quella italiana e tedesca.

A Lisbona lavora come direttore della pagina culturale del “Lisboa” Pereira, un appassionato di letteratura francese, cattolico in forte crisi mistica causata dalla convinzione che dopo la morte non vi fosse resurrezione della carne. Il protagonista è vedovo e cardiopatico, mangia regolarmente omelette e beve litri e litri di limonata senza badare minimamente al fatto che cagionano ulteriomente alla sua già instabile salute.

Naturalmente in una dittatura la censura miete varie vittime e proprio per questo il nostro Pereira si guarda bene dal cacciarsi nei guai inconsapevole che molto presto la sua mite ed insulsa esistenza sarebbe cambiata lentamente ma inesorabilmente.

Un bel giorno assume in prova un neo-laureato, Monteiro Rossi, per scrivere necrologi per artisti ancora in vita con la consegna di farli per determinati autori ma, con sorpresa di Pereira, i detti articoli saranno prodotti per artisti filo-fascisti come D'Annunzio e Marinetti con un taglio non propriamente gradito al regime.

La coscienza del nostro antieroe subisce un lento risveglio causato dalla presa d'atto dei misfatti della dittatura, aiutato dalla conoscenza fatta con il dottor Cardoso, uno psicologo oppositore del regime, che molto presto scapperà per la Francia allora simbolo di libertà intellettuale e meta dei più importanti artisti liberali.

Nel frattempo Pereira accoglie in casa propria Monteiro Rossi che, ricercato dalla Polizia Politica necessita di un posto sicuro dove vivere ma, il nascondiglio non si rivela sicuro tanto che verrà interrogato sino alla morte proprio nell'abitazione di Pereira con quest'ultimo testimone dell'accaduto.

Il rinato senso civile, la nuova coscienza e la voglia di riscatto del protagonista prendono il sopravvento tanto da indurlo a pubblicare sul giornale, tramite uno stratagemma, una denuncia al regime e alla Polizia Politica prima di scappare anch'esso per la Francia.

E' il riscatto di un Don Chisciotte qualunque, un viaggio in una coscienza martoriata ma non ancora del tutto sconfitta, la rivincita di un perdente barcollante nei confronti di una storia molto più grande di lui ma della quale sente di far parte. Un invito a noi piccoli Pereira a non abbassare la guardia, di essere vigili e critici con quello che ci circonda, a non lasciarci travolgere senza poter dire la nostra lasciandoci solamente trasportare dagli avvenimenti!

Anche noi facciamo parte della storia del mondo in cui viviamo e ne dobbiamo essere partecipi, perlomeno questo Sostiene Pereira!

 

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