All'inizio del XVIII secolo se un musicista voleva dimostrare le proprie capacità compositive doveva cimentarsi con successo nel genere delle "Sonate a Tre" (2 violini e basso continuo). Un pò quello che succederà con i quartetti per archi alla fine dello stesso secolo.
La regola valse naturalmente anche per molti Maestri italiani, da Corelli ad Albinoni fino a Vivaldi.
Il Prete Rosso si cimentò con il genere nel 1705 (con le "12 Suonate da Camera a Tre op. I"), considerate più di un omaggio all'opera V di Corelli, se non altro per le comuni variazioni sulla "Folie d'Espagne", una sorta di danza tipo Sarabanda già nota nel XVI secolo e di rinnovato interesse nel 1700.
Dell'opera I di Vivaldi si dà un'ampia rappresentanza nei 2 dischi Chandos del 1990, in cui protagonista è l'ensemble inglese The Purcell Quartet (Robert Woolley al clavicembalo, Catherine Mackintosh e Elizabeth Wallfisch ai violini, Richard Boothby al violoncello).
Dimostando un pò di sano patriottismo, dispiace dirlo ma questi inglesi ci restituiscono un Vivaldi davvero interessante.
L'esecuzione è ricca di dinamiche, gioiosa e vivace negli allegri, vibrante e intesa negli adagi.
I giochi armonici e le tessiture tra i due violini sono sempre ricche e intelligentemente dosate; l'abbondante basso continuo vivaldiano emerge con una sua autonomia senza strabordare.
Si tratta di intrepretazioni davvero eleganti ma sincere, misurate ma di sostanza. Un esempio? L'attacco della "Giga - Allegro" in terza posizione della "Sonata in si minore op. 1 n. 11" (sample). L'esposizione del tema di danza ad opera del primo violino è già carica di una tensione che sembra allentarsi nel breve intervento del basso continuo, per poi rinvigorsi nuovamente e rinsaldarsi nella seconda esposizione.
L'incisione è corretta, soprattutto nel posizionamento degli strumenti con, in genere, il primo violino sul canale sinistro, il secondo al centro, il clavicembalo davanti ed il violoncello sul canale destro. L'acustica delle Chiese inglesi in cui sono state registrate le sonate privilegia leggermente i medio alti a discapito dei medio bassi e dei bassi, facendo si che i violini si fondano eccessivamente nei passaggi più dinamici.
Sfortunatamente non sono incise dal quartetto tutte e 12 le sonate dell'opera I. In questi 2 CD si ritrovano solo quelle dalla 7 alla 11. Sarebbe stata davvero un'integrale interessante da affiancare a quella più nota de "I Musici".
In compenso, però, l'ensemble ci regala qualche rarità, come le Sonate per 2 violini con basso continuo opzionale RV 68, 70, 71 e 77, nonché le Sonate per Violino e Continuo RV 2, 6 e 29 altrettanto rare. Motivo in più per scegliere tali incisioni nel ristretto panorama della musica da camera del veneziano.
Vivaldi - Sonatas for Strings Vol. I & II - The Purcell Quartet - CD 1: 58'03, CD 2: 67'33 - Chandos - 1990 - DDD
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