L'estate, per me malinconica cronica è una vera e propria tortura. Quel doversi divertire o uscire perché è estate mi disturba, mi irrita. Sembra sempre che deve accadere qualcosa d'estate ma alla fine non accade quasi mai nulla anzi mi sento sempre un po' fuori posto, io che indosso sempre qualcosa di nero, che ho sempre un'aria un tantino "sono qui ma non ci sono".
Poi - accade tutti gli anni - rinasco a settembre, quando la luce del sole comincia ad essere piú tenue, quando tolgono gli ombrelloni, quando c'è quella meravigliosa atmosfera di fine!
In questo "disagio" solo la musica riesce a gettarmi in un'atmosfera a me piú consona. È per questo che l'istinto questa mattina mi ha fatto mettere le mani su questo cd nel mio negozietto di fiducia, sto andando a ritroso con la produzione degli Arab Strap.
Mi è piaciuto molto "Monday At The Hug..." (grazie Serestoppone) ma questo disco è un'altra cosa. Già il titolo, "Il filo rosso" mi ha fatto subito pensare di ascoltarmelo dall'inizio alla fine per intuire come i pezzi sono collegati l'uno all'altro.
In effetti sembra quasi di sentire un'unica canzone. I toni che cambiano sono minimi.
Gli strumenti sono assolutamente meno in risalto rispetto a "Monday..." (i violini mi mancano un po'). La malinconica voce che più che cantare quasi racconta di storie, di intrighi, di amori e tradimenti non è mai fastidiosa…è rilassante, fa venir voglia di chiudere gli occhi, ascoltarla e basta.
Bel disco quindi, ne ho comprati altri 3 questa mattina ma oggi ascolterò solo questo, anzi abbasso ancora un po' la serranda... c'è troppa luce fuori!
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