Le note soffuse di "Rites of uncovering" sono ancora lì a dispiegare incubi notturni attraverso dei rituali di cui i fantasmi sono gli assoluti protagonisti. Da questi venne fuori "Song of the pearl", più equilibrato e meno "divagante" del precedente.

E' per queste caratteristiche che i fans della band aspettavano l'ultimo lavoro degli Arbouretum. Nel frattempo hanno continuato a sognare con le due prime creazioni del combo a stelle e striscie. Poi, ancora una volta in un anno dispari, gli Arbouretum sono tornati a far ascoltare il loro credo musicale, variandolo di nuovo rispetto al passato.

I cambiamenti principali del sound sono da attribuire a Dave Heumann, chitarrista e cantante, ma soprattutto mente principale della band. I suoi fedeli supporti sono il bassista Corey Allender, il tastierista Matthew Pierce e dietro le pelli Brian Carey. Sono loro che hanno dato forma e corpo a "The gathering", terzo lavoro degli Arbouretum, uscito nel febbraio di questo 2011.

Rispetto a "Rites of uncovering" e "Song of the pearl", l'ossatura del nuovo disco è decisamente più metallica e meno psichedelica, sebbene qua e là si possano ancora rintracciare le pulsioni psych di una volta. Mai come fino ad ora irrompe prorompente la sei corde di Heumann, che contrappone la pesantezza delle partiture al suo modo nostalgico e decadente di interpretare la parte vocale. La partenza di "The white bird" ci mostra subito i "nuovi" Arbouretum: una chitarra insolitamente aggressiva spazza via tutto, prima che le corde vocali di Heumann tornino almeno in parte a riportare il sereno. Il brano scorre governato dalla chitarra, che continua per tutta la durata del pezzo a scalfire con le sue divagazioni metalliche tutto ciò che i fans della band avevano imparato a conoscere su di loro. E' dello stesso avviso "When delivery comes", forse soltanto un po' stemperata nella saturazione chitarristica. Un brano che ci mostra il cammino tematico degli Arbouretum: ancora una volta legati al passato, ma con una modernità che annacqua gli scenari della periferia americana evocati nei primi due album.

I riverberi del passato si susseguono in maratone che hanno il sapore dei seventies, del southern rock più underground, senza disdegnare richiami al doom e allo stoner rock più corposo. Tutto questo viene però spazzato via dalla leggerezza senza paragoni della meravigliosa "The highwayman", cover di Jimmy Webb. Nella visione degli Arbouretum essa riesce addirittura a superare l'originale, grazie ad un tocco semplice ma profondamente toccante e unico. Una delle cose più belle sentite di recente. E così la mente va...

La conclusione del trip del nuovo stile degli Arbouretum è "Song of the Nile", mastodontica cavalcata attraverso il deserto americano. La sei corde  costruisce piramidi di roccia su roccia e nulla sembra poterle scalfire. Un monolite nero ed impenetrabile, che chiude The gathering, ma che probabilmente chiude anche questo spezzone della loro carriera. Heumann è un musicista che sperimenta, fondendo insieme vecchio e nuovo e sono sicuro che nel prossimo futuro pochi saranno i punti di contatto con questo album.

"I fly a starship across the universe divide
and when I reach the other side
I'll find a place to rest my spirit if I can..."


1. "The White Bird" (7:09)
2. "When Delivery Comes" (4:22)
3. "Destroying To Save" (5:07)
4. "The Highwayman" (4:13)
5. "Waxing Crescents" (7:48)
6. "The Empty Shell" (4:33)
7. "Song Of The Nile" (10:37)

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