Bisognerebbe evitare di farsi travolgere da 3 anni di aspettative, tale è la distanza dal loro bell'album di debutto, bisognerebbe soprattutto evitare di cercare paragoni e rimandi ad altri artisti che li hanno preceduti. Insomma bisognerebbe proprio ascoltare questo album per quello che è senza costruirci troppo sopra; e l'impresa non è poi così semplice soprattutto se siete gente che di musica pop-rock anglosassone ne masticate un bel po'.
Se ci riuscite allora non sarà difficile lasciarsi letteralmente trasportare da questi 11 brani. Gli ingredienti non sono particolarmente originali (tutt'altro), tuttavia sono miscelati con qualcosa di raro ovvero passione, onestà, umiltà e forse anche un po' di ingenuità. Così in queste 11 tracce troverete slanci generosi e coraggiosi, un cantato intenso, una sorprendente varietà di strumenti. Gli Arcade Fire più che una band sono una piccola orchestra dove non prevalgono assolo o virtuosismi bensì la coesione del gruppo, ed è questa la maggiore forza di questo ultimo lavoro dove oltre alla rilettura della new-wave dei primi anni ottanta, si coglie anche l'insegnamento dei Mercury Rev o dei Bad Seeds (meno male che non si dovevano fare rimandi ad altri artisti).
Prendiamo "No Cars Go": parte con uno ritmica molto anni '80, poi arrivano gli archi e chitarre e fiati e poi un cantato che mi ricorda veramente molto i Prefab Sprout, Oh Dio! A me non sono mai piaciuti i "Prefab Sprout"! però ho pazienza; il brano si evolve, il testo mi parla di un luogo dove nessun mezzo di locomozione può andare, un posto "Between the click of the light and the start of the dream" e poi la ritmica cresce, diviene una marcia incalzante, una voce (al megafono?) grida: "Women and children! Let's go!" e un coro di voci si unisce al sottofondo. Non capisco cosa succede, non sono né una donna né un bambino, eppure mi sento esortato ad alzarmi e marciare, col l'animo colmo di energia. E non è certo l'unico episodio degno di nota: l'organo di "Intervention" crea una atmosfera da cattedrale che innalza ulteriormente le grida di Win Butler, per non parlare delle atmosfere più rarefatte di "Black Waves/Bad Vibrations", uno dei miei pezzi preferiti, ma a ben vedere un pezzo brutto non c'è.
"Neon Bible" è, a mio parere un'ottima riconferma, del talento degli Arcade Fire, un album più maturo, sicuramente più ragionato e decisamente godibile. Bravi e andate avanti così!
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