E' giunto il giorno. Il giorno della verità. Il giorno in cui si saprà con certezza se "Funeral" (uno degli album più premiati degli ultimi anni e osannati ad unanimità dalla critica) è e rimarrà un capolavoro unico ed isolato degli Arcade Fire. Si, a mio parere il vero capolavoro degli ultimi 10 anni di musica. Voglio esagerare, o meglio posso farlo, dato che quello che gli Arcade mi hanno fatto ascoltare con il loro primo album è al momento quello che ognuno di noi vorrebbe sentire da una canzone, da un album.

Ebbene si, gli Arcade Fire mi hanno dapprima sorpreso, poi entusiasmato e infine fatto innamorare. E vi assicuro che non è cosa facile. Da sempre gruppi storici come i Radiohead, The Cure, Massive Attack sono stati immobili lì su, sul podio, irraggiungibili, inavvicinabili e album come 'Ok Computer', 'Disintegration', 'Blue Lines', in cima alla mia playlist. Sono quei gruppi che tutti noi abbiamo e adoriamo, per i quali faremmo 1.000 km in macchina per andare ad ascoltarli, alzandoci all'alba e spendendo anche l'inspendibile. Si sono proprio loro. Ebbene per me gli Arcade sono con loro, li su. E' bastato un album, un solo album, per farmi innamorare di loro, farmi comprare la loro t-shirt, comprare i biglietti per Londra con i quali ascoltarli dal vivo il prossimo 17 marzo. Ma ritorniamo alla musica, "Neon Bible", eccolo qui, è arrivato, l'album, come si dice in questi, della conferma. E che conferma lasciatemi dire.

In questi due anni passati dall'uscita di "Funeral" la frase che mi frullava nella testa era sempre la stessa "Non ce la fanno. E' difficile. Come fanno a ripetersi, è troppo dura. Poi non ce la fanno mai". Si, non ce la fanno mai, le altri band. Ogni volta che nasce qualche gruppo con un album che sa di nuovo, poi bisogna spesso ritirare gli apprezzamenti e all'entusiasmo sopraggiunge quasi sempre la delusione, soprattutto con l'arrivo del secondo album, quello della conferma appunto. E poi Funeral, come fanno a ripetersi devono essere proprio, proprio come i grandi, si, i gruppi storici, quelli li sù, per riuscire a ripetere un album almeno pari al primo. Ebbene quello che voglio dirvi, per cui vi sto scrivendo questa "specie" di recensione è che gli Arcade Fire ci SONO RIUSCITI!! "Neon Bible" è la conferma che gli la band canadese non è qui per caso, di passaggio, per business, per volontà di un produttore o semplicemente per "campà" (come centinaia di gruppi che ascoltiamo speranzosi ma che poi vediamo inesorabilmente scomparire o, peggio, ricomparire successivamente con un album spazzatura).

Gli Arcade Fire sono qui per suonare, per farlo bene, per farlo dal cuore, come una volta, come 20 anni fa quando le etichette erano poche e nascevano per dare la possibilità alle band migliori di emergere, di farsi sentire e non solo per far soldi sempre e comunque. Gli Arcade sono qui per lasciare un segno che non si dimenticherà facilmente. E "Neon Bible" ne è la conferma. Non parliamo di ricerca "paranoica" di sonorità alternative, elettroniche, o di un rock all'avanguardia mai sentito prima, ma semplicemente di ottima musica, quella del cuore, originale perché pura non perché diversa. Sono diverse le tracce presenti nell'album degne di citazioni (quasi tutte direi) quindi la selezione non è cosa semplice: "Black wave/Bad Vibrations", in pratica l'unione di due canzoni tanto diverse quanto uguali in cui sembrano "scontrarsi" e mettersi a confronto le due splendidi voci di Regine e Win, la prima stridula e pungente, la seconda bassa e cupa, quasi un pianto. Altra traccia, che già al secondo ascolto non lasciava impassibile il mio corpo, è "Ocean of Noise", classica canzone in-crescendo con una parte finale strumentale stracolma di violini e chitarre che si accarezzano e emergono sulla voce di Win. Di meglio i Cure (di Disintegration per intenderci) non potevano fare.

"No cars go", già presente nell'Ep precedente del 2005, ricantata e risuonata con una qualità audio nettamene migliore rispetto alla prima uscita. "Windowstill", ballata a singhiozzo, fatta di ritmi lenti e veloci, con cambi di ritmi continui che esplodono letteralmente nella seconda parte del brano. Per concludere "My Body is a Cage", struggente e sofferta ballata a chiusura dell'album, con organi che accompagnano la voce rauca di Win e che vengono accompagnati da un batteria degna di 'Pornography'.

Questo è quanto. Vi chiedo solo un favore a questo punto. Se mi sbaglio, se quello che sentite da questo album è diverso da quello che ho descritto, ditemelo e svegliatemi da questo sogno sonoro.

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