Troppe volte negli ultimi anni a molti dischi è stata imposta la pretesa che debbano per forza rivoluzionare la musica. Troppe volte a causa di questo pregiudizio si è perso di vista l'unico vero obiettivo che deve raggiungere un disco: emozionare.

Questo disco non rivoluziona un bel niente, però riesce, appunto, a emozionare cosa ardua di questi tempi.

Gli Arcade Fire sono un gruppo di canadesi che fa musica, difficile attribuirgli un genere (indie rock è un termine troppo generale), ancor più difficile è attribuire un genere a quest`album, un doppio album per essere precisi. Una divisione non casuale.

La prima parte inizia con Reflektor. Da subito si intuisce il cambiamento che ha avuto il sound della band: evidenti le influenze disco che si susseguiranno per tutto l`album ed evidente soprattutto il tocco di James Murphy brillante produttore che riesce nell`arduo compito di mantenere pulito un album con The Reflektor. Si continua con We Exist, altro richiamo alla disco e Flashbulb Eyes, la canzone piú corta dell`album: melodia orecchiabile e chiare influenza haitiane (paese caro agli AF). In uno dei tanti cambi di ritmo dell`album troviamo Here Comes The Night Time, traccia in continua mutazione ma che mantiene costantemente un atmosfere calda e freschissima. Le ultime 3 canzoni della prima parte sono le più rock dell`album: Normal Person è semplicemente da brividi, rock puro. You Already Know sembra essere uscita dall`ultimo album di Mccartney e regge perfettamente il confronto. Il tutto si chiude con Joan of Arc che si potrebbe definire una felice parentesi punk, contornata da un testo in parte in francese, accoppiata strana ma vincente.

La seconda parte del disco è profondamente diversa. Nelle restanti 6 tracce si entra in profondità e l`album mostra la sua faccia piú oscura ed interiore. L`elettronica presente anche nelle altre tracce qui è più marcata o gli Arcade Fire riescono grazie ad essa a portare il disco in un altra dimensione piu malinconica.

Il tutto inizia con un reprise di Here Comes The Night Time II che non ha nulla a che fare con la traccia omonima. Percussioni assenti un testo quasi sussurrato e melodia che fa subito intuire la direzione del resto dell`album. Awful Sound però si differenzia dalla canzone precedente ultima boccata d`aria prima di immergersi, soprattutto nel finale si sente un richiamo ai Beatles. Oscurità. It`s Never Over è un altro mix di generi: chitarre funky accompagnate da percussioni martellanti e un leggerissimo sintetizzatore in sottofondo, uno dei tanti picchi dell`album. Porno è semza ombra di dubbio la traccia più elettronica dell`album la produzione è decisamente più semplice rispetto ad altre canzoni ma comunque d`impatto. Penultima canzone è Afterlife che spezza lo stile delle precedenti 2 tracce e lo riporta vicino a quello della prima parte: ritornano i bonghi e sparisce l`elettronica. L`album di chiude con Supersimmetry dove si ricade di nuovo nel buio che pian piano si illumina con un crescendo tra archi e arpeggi di sintetizzatore.

The Reflektor è senza dubbio uno dei migliori album degli Arcade Fire, un perfetto mix di generi un sali e scendi di emozioni e cambi repentini d`atmosfera. Un album profondo e  allo stesso tempo orecchiabile. Un disco che raggiunge il proprio obiettivo: trasportari non in una ma in varie dimensioni, un disco che sa EMOZIONARE.

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