Cari amici DeBaseriani, come saprete gli Ayreon si sono sciolti, il grande Lukassen ha deciso di prendere altre strade, e per noi (pochi?) amanti del prog fantasioso che il chitarrista olandese sapeva concepire s'è creato un grande vuoto, anche perchè il prog che ultimamente (in ambito hard rock- metal) sembra andar per la maggiore è quello più oscuro, moderno, ora più malinconico, ora più estremo, inaugurato dai grandi Pain of Salvation e a loro modo anche dai Porcupine Tree, e seguito da valide bands come Riverside, Sylvan, Echoes, the Dust Connection, Prymary, ma anche dai più affermati Evergrey e Redemption, tanto per fare un po' di nomi. Ebbene, amo questo genere, in grado di sfornare concept malinconici che in certe giornate uggiose autunnali, o quando il vostro amore vi ha deluso o il vostro datore di lavoro o professore universitario v'han trattato come un Ugo Fantozzi... o semplicemente quando qualcosa dentro muore e un inspiegabile spleen vi assale, questi dischi dicevo sanno offrire conforto alla vostra anima che può riconoscersi nel dolore e nella malinconia espressi dal suono di queste bands in una sorta di catarsi artistica.

Ogni tanto però, specie ora che il sole sembra affacciarsi definitivamente sulle nostre giornate, capita anche, vivaddio, di aver voglia di tuffarsi nell'ascolto di una di quelle opere visionarie, fantasiose, solari che il buon Arjen fino a pochi anni fa' creava con un talento impareggiabile (a proposito: la sua ultima creazione, Guilt Machine, è anch'essa più introspettiva e dark, come lo erano gli Stream of Passion, a conferma di quanto dicevo prima sulle tendenze nel prog attuale). 

Se qualcuno di voi rimpiange ogni tanto un "Actual Fantasy" o un "Into the Electric Castle", sappiate che intanto potrebbe provare a colmare tale vuoto con questo progetto messo in piedi da un italiano, Gabriele Manzini,  ex tastierista dei the Watch (cover band dei Genesis, da un po' di anni autori di album propri sempre comunque mooolto debitori di Gabriel and co.), nonchè membro degli Ubi Maior, band milanese di rock progressivo italiano. 

"Archangel" è un concept, uscito a fine 2009, ispirato ad un racconto di Tolkien (un nome a caso...) dove suonano, oltre a Gabriele alle tastiere (piano, hammond, minimoog, mellotron e synth), membri delle sue due bands citate (Ubi Maior e the Watch) per quanto riguarda il resto degli strumenti, ma soprattutto vi sono tre super guests ad occuparsi delle vocals: Sir Damian Wilson (ex Treshold, lo saprete, nonchè membro quasi fisso di molti album degli Ayreon e in Star-one, sempre in orbita Lukassen, appunto...) che canta in ben 6 pezzi; Ted Leonard (cantante dei grandi Enchant) presente in 4 pezzi; infine, dulcis in fundo, un certo Zachary Stevens (vabbè, lo preciso: ex Savatage, ora Circle to Circle), in 2 tracce. Compare poi anche una donzella, Elayne, cantante dei nostrani Dunwich, e qualche altro cantante meno noto, qua e là, ad interpretare i personaggi della storia narrata.

Il genere proposto, per la precisione, è un hard rock, ora più lento, ora più sostenuto, ma mai troppo veloce e pesante, ove ovviamente le tastiere la fanno da padrone, ma senza straripare: non è un solo-album di un virtuoso dei tasti d'avorio, ma un'opera molto omogenea ove riff di chitarra azzeccati e assoli gustosi contribuiscono a render l'opera varia e compatta, perciò possiamo definirlo un hard-prog con venature folk che si ascolta veramente con piacere, mai pesante nè prolisso (come la mia recensione!!) ma anzi fresco e coinvolgente, grazie anche ad una produzione pulita adatta al genere.

Evitando l'inutile track by track di un album molto omogeneo nello stile (ecco perchè possiam parlare di prog solo per la presenza massiccia delle tastiere, ma non per l'eterogeneità di stili o tempi) e costante nel livello (più che buono) delle 12 composizioni, mai troppo lunghe, nelle quali ottime porzioni strumentali si alternano a parti cantate lineari, posso solo segnalare come unico difetto, rispetto ad un album di Sua maestà Arjen, il fatto che le melodie vocali, i chorus, non sempre sono immediatamente d'impatto e vincenti, come il genere secondo me richiederebbe, ma richiedono qualche ascolto in più (ecco perchè non gli do 5 stelle).

Per chi fosse appassionato di questi affascinanti ed epici viaggi con la fantasia (ma temo che il genere quì su DeB non vada per la maggiore), l'ascolto di Archangel non vi deluderà, ne sono certo. Chi non ha digerito gli Ayreon, e trova i Magnum troppo poco ""true", ne stia alla larga, ovviamente! 

Il folletto che è in me, intanto, è già scappato e vedere cos'accade negli ultimi, rovinosi giorni dell'isola di Nùmenor....

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