A descriverli, questi Archie Bronson Outfit, non verrebbe tanto voglia di ascoltarli, almeno per quanto mi riguarda. Voce stridula alla David Byrne (oramai d'obbligo se si vuole sfondare in classifica), batteria a tratti wave/post-punk, canzoni semplici il cui appeal risiede proprio nella ripetitività.
Però per qualche inspiegabile ragione, da un paio di settimane non riesco a toglierli dal lettore. Più mi ripeto che non sono niente di nuovo, che i riferimenti musicali sono fin troppo evidenti e che fra due mesi resteranno a prendere la polvere sullo scaffale, più non vedo l'ora di finire la recensione per correre a comprarmeli.
Chiamatelo consumismo compulsivo, cecità musicale, frustrazione da musicista mancato o semplicemente idiozia, ma so che, seppur per poco, sarò contento di possedere questo disco. E poi il gusto non è forse una questione di abitudine ? La prima volta che ho sentito gli Stooges mi sembravano un gruppo di rincoglioniti con dei suoni pessimi; dopo reiterati ascolti sono diventati tra le mie band preferite.
Proprio un vago richiamo agli Stooges devia(n)ti di "Funhouse", ha fatto scattare il mio "senso di ragno" musicale mentre ascoltavo "Derdang Derdang". L'opener "Cherry Lips" rende emblematica questa sensazione, grazie ad un sensazionale finale a base di sax free jazz (tolto di peso da "1970" dei suddetti Stooges), preceduto da un incedere ipnotico alla Modern Lovers e decisamente groovy. E anche la voce stridula e derivativa si appiccica al pezzo perfettamente.
Stessa deriva Detroit sound viene presa nello sparato voodoo-billy "Rituals" e nella schizofrenica "Got To Get". Ineccepibili anche "Dart For My Sweetheart", andamento ondivago e coretti femminili, o "Dead Funny", post blues freddo e crepuscolare, che cresce fino ad inglobare un Hammond spaziale in sottofondo.
Quello che stupisce è la quantità di brani buoni all'interno dell'album, cosa rara di questi tempi. Probabilmente la storia non mi darà, né gli darà ragione, ma in tempi di compressione spazio temporale come nell'odierna società industrializzata, il famoso quarto d'ora di celebrità non è lontano dal diventare formalmente "Storia".
Carico i commenti... con calma