Il nuovo di Daniel 'Architect' Myer è roba grossa! Arriva direttamente da casa Hymen, label che tra gli altri ha hostato grossi calibri come Venetian Snares, Otto Von Schirach, Wisp, Esplendor Geométrico, Gridlock. Parliamo dunque di una delle elettronovità più interessanti di questo 2010, dove ad essere gonfiati fino ad ora sono stati dischi abbastanza mediocri come Further, Oversteps, Heligoland, Swim. Daniel (per chi non lo sapesse metà Haujobb, indimenticabile il capolavoro "Ninetynine") col suo quinto Architect ci propone un sound leggermente diverso da quest'ultimo, ma rivoluzionario in egual misura.
"Un ibrido tra drum'n'bass minimalista e territori ambient"
Ce lo presenta così il navigato produttore tedesco, definizione che se da un lato puo anche andar bene, dall'altro risulta molto stretta e riduttiva. Perchè "Consume Adapt Create" non è soltanto il connubio -a dire il vero per nulla nuovo- tra breaks spaccaculo e tappeti ambient; c'è molto di più: sperimentazione (non moltissima ma abbastanza da soddisfare i palati meno conformisti), potenza (parecchia), idee (parliamo pur sempre di mister Haujobb), suono (uno dei migliori mastering mai sentiti negli ultimi anni) [a cura di Frank Marheneike], tecnica (inutile dirlo, molto alta) e infine atmosfera (particolare complessivamente secondario, ma efficacissimo nel mix finale).
Atmosfere dark, intermittenze ambient, breaks complessi e poderosi (da paura quelli dell'acidissima "Unhuman"), spasmodici tappeti di noises in costante sottofondo (programmazione extra a cura di Normotone e Klima, specializzati proprio in power noise), rari ma incisivi vocals (a cura di Maurizio Blanco dei Klangstabil, altro bel progetto della stessa label) sono gli ingredienti principali del disco. Da buon tedesco Myer pesca moltissimo da tutta la roba electro-industrial teutonica ("For You" potrebbe essere il classico pezzo dirty da Neuf Noir o Alfa Matrix), e dai soundscapes cristallini dei vari krautrockers in riedizione IDM ("Unhuman reprise", "Wachsmuth", vintage futuristico). L'altra influenza pesante è inaspettatamente la dubstep, preferendo però l'approccio più techno e profondo a quello dancereccio: tracce come "The Bitch Is Back", "Fast Lane", "Attack Ships On Fire" si servono delle tipiche ritmiche spezzate, ma contornandole di perfide partiture dark-ambient, glitch e suoni abrasivi vicini all'aggrotech industriale di gente tipo Xotox e Suicide Commando. Il tutto ovviamente con i soliti chili su chili di riverbero, che torneranno imponenti più che mai su momenti dall'animo apocalittico/horror come "Pure" e "The Shadow Of Eve".
Il lato migliore di Myer sono le ritmiche (sulla falsariga di quanto fatto con Haujobb) ed i breaks, sempre molto tecnici e contorti, con inoltre un largo uso di effettistica glitch-ofila che nelle tracce più pesanti come "So I Went Out" e "Awake" ricordano l'operato del primo Venetian Snares). Su "The Beauty And The Beat" (forse l'episodio meno ambizioso del platter, ma un vero e proprio treno) abbiamo un incontro tra la moderna drum'n'bass commerciale (Pendulum, Qemists, Sub Focus) e l'IDM più ritmica e glitchy (Tipper, Gridlock, Uwe Schmidt) con in aggiunta un fantastico campione vocale angelico. Molto originale "I Lost My 808 On A Rainy Day", che come da titolo presenta drums della Roland 808, vocal ripetitivo, bassline in primissimo piano e riffino oldschool che richiamano chiaramente agli stilemi electro anni 70 (Cybotron, Davy DMX..) ma in chiave attuale e con in aggiunta un azzeccato sottobosco di texture ambient.
Elettronica spessa, graffiante, breakkosissima, distorta.. ma assolutamente non fine a se stessa (il buon Toecutter?). Nei link le tracce migliori: imperdibile!
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