Molte (ma molte eh…) estati fa, ragazzino in vacanza coi genitori, mi ritrovavo, il perché non me lo ricordo, in un negozietto di un paese del Trentino: vendevano elettrodomestici, impianti stereo e un po’ di dischi. Sfogliando i vinili, ne tirai fuori uno che mi colpì particolarmente. Il nome della band Garybaldi, il titolo dell’album “Nuda”. Non conoscevo il gruppo. Mai sentito nominare, né a “Per voi giovani” o “Supersonic”, né dagli amici; radio e amici che erano i media dell’epoca per conoscere la nuova musica, a parte Ciao2001 e qualche altra rivista. La copertina era proprio fuori dal comune: una bellissima ragazza mora, nuda appunto, era disegnata in tre ante della copertina, quindi con un’opera grafica di oltre 90 cm per 30. Era immersa in un paesaggio che sapeva di savana, con animali selvatici in scala ridotta che la circondavano e le saltavano sul corpo. Lei sinuosa e indifferente agli animali e a un gruppetto di esploratori, anch’essi in scala ridotta, che cercavano di salirle lungo i lunghi capelli neri. Comprai il disco. Ovviamente per la copertina. Dopo pochi anni, passato ad ascoltare il blues e il jazz, mi stufai del disco, che continuo a ritenere deludente, e lo cambiai con altri lp. Mannaggia, era l’originale che non ho più trovato.

Poi ho capito che era soprattutto la copertina a rendere storico quel disco: l’aveva disegnata Guido Crepax.

“Crepax a 33 giri” è uscito da poco e me lo sono regalato. Curato dall’Archivio Crepax, gestito dagli eredi di Guido, è davvero un bel libro, da inserire preciso preciso fra i vinili, appunto. 111 pagine 30X30, con immagini a colori (cosa non ovvia, come vedremo) e commenti e interventi sulla storia delle cover e testimonianze su chi fosse Guido Crepax, con la sua passione per il jazz e naturalmente per il disegno.

Il volume vuole essere una collezione completa delle cover disegnate da Crepax, anche se secondo me ne manca qualcuna. Sono pubblicate 277 copertine di 7”, 10” e 12”, con un addendum che elenca, con label e numero di catalogo, quelle con immagini identiche, ma di colore diverso dalle opere riprodotte in foto.

La prima parte del libro vede le firme di musicisti, appassionati, disegnatori con testimonianze e commenti raccolti per l’occasione o riproposti: Bollani, Fresu, Mughini, Jim Flora, Polillo, Altan fra gli altri. Mi è particolarmente piaciuta la testimonianza di Franco Crepax, fratello di Guido, che, operando come dirigente discografico, fu il tramite fra il disegnatore e il mondo della produzione vinilica. Simpatico il racconto di Riccardo Sanna, alias Ricky Gianco, che per uno dei suoi primi 45 giri in coppia con la cantante Nuccia Bongiovanni si era sottoposto ad un servizio fotografico. Gianco non aspettava altro di veder pubblicato il disco e la relativa copertina con la foto di se stesso e la cantante a ballare il twist. Grande delusione quando il 7” uscì: su sfondo giallo, era disegnata un’elegante coppia di ballerini, che poco avevano a che vedere col twist e il rock’n’roll. Solo in un secondo tempo si rese conto che la copertina non era stata firmata “dal solito, più o meno bravo, grafico, ma da un artista”, appunto Guido Crepax.

La sezione dedicata al vero e proprio catalogo è introdotta da 2 pagine di estremo interesse, con la pubblicazione di alcune copertine che contenevano i 78 giri di musica jazz della collezione del padre Gilberto Crepas, violoncellista alla Fenice e alla Scala. Al giovanissimo Guido non piacevano quelle anonime buste in cartoncino nero: quindi le aveva rielaborate disegnandoci immagini di musicisti, strumenti, situazioni allusive al contenuto dei dischi, dimostrando già una definitiva vocazione per il disegno e una notevole sensibilità nell’abbinare le stesse immagini ai temi musicali.

A seguire, le belle cover che il futuro creatore di Valentina ha elaborato per gli “audiolibri”, Extended Play a 7” incisi da attori che leggevano prose o dicevano poesie. Alcuni di questi disegni sono già autentiche opere d’arte: mi vengono in mente le ballerine di flamenco per le copertine dei dischi di poesie di Garcia Lorca, o il tratto romantico usato per la cover de “I Fiori del Male” di Baudelaire, o ancora la metropoli americana stilizzata del raro ep dedicato ai poeti della Beat Generation.

Crepax adattò la sua genialità a tutti i generi musicali, oltreché letterari. Bellissime le copertine dei settepollici Glax con storie di fantascienza: ambito letterario nel quale peraltro aveva già disegnato prime pagine per il mensile Galaxy.

La collezione si sviluppa poi proponendo buste di lp ed ep di musica classica e orchestrale, di fiabe e canzoni per bambini, di dischi di tango e musica popolare. E ancora quelle più conosciute di musica leggera, disegnate fra fine ’60 e anni Settanta, per Nicola Di Bari, Massimo Ranieri, Peppino Di Capri, Memo Remigi, i Camaleonti; insomma artwork che accompagnavano musica commerciale, e che quindi ebbero modo di entrare, all’epoca, in moltissime case. Stupendo, anche se davvero “raro” da trovare, il malinconico e dolcissimo volto in biancoenero della Mariù cantata nei primi anni ‘60 da Gordon Cliff, al secolo Luigi Tenco.

Ma la vera passione di Guido Crepax era il jazz. I suoi lavori si collocano nella scia delle opere di David Stone Martin. Dal Dixieland al Be-bop, da Biederbecke, Armstrong, Cootie Williams a Earl Hines, Bud Shank, Charlie Parker, Modern Jazz Quartet, Jerry Mulligan, Lee Konitz, le immagini garantiscono davvero grande fascino alle cover. Spesso con l’utilizzo di soli 2 colori a fare da sfondo, tratti neri delineano il dinamismo dei musicisti e le atmosfere tipiche del jazz.

La copertina del mio “innamoramento”, Nuda, è giustamente riproposta per intero su due pagine. E’ introduttiva all’intervista a Maurizio Cassinelli, batterista dei Garybaldi, all’interno di una sezione dedicata al Prog italiano e in particolare, appunto, alla “Nascita di Nuda”.

L’ultimo “regalo” del volume è la riproposizione, con magnifiche tavole per la prima volta a colori, di “Quadri straordinari”. Ventisette pagine che costituivano la parte finale di “Bianca, una storia eccessiva”, storia che Crepax aveva iniziato a disegnare nel ’68. Quando nel ’72 Franco Crepax, che all’epoca lavorava per la Compagnia Generale del Disco, chiese a Guido di preparare la copertina per l’album dei Garybaldi, con il brano “Maya Desnuda” in apertura, il personaggio era già pronto. Con le parole dell’Archivio Crepax, “Giovane, ribelle, moderna e al tempo stesso antica, tormentata e fuori dagli schemi”, Bianca è diventata Nuda.

E se non ho più, ahimé, l’ellepì dei Garybaldi, ho ripreso dallo scaffale la vecchia ristampa Savelli della storia di Bianca. Un po’ impolverata, con le pagine quasi tutte staccate, ma che ancora, dopo una cinquantina di anni, riesce ad esprimere la forza anarchica della trasgressione e della sensualità uscita dalle matite di Guido Crepax.

Carico i commenti...  con calma